Ci sono altri due indagati e sequestri per ulteriori 10 milioni di euro nella maxi inchiesta per frode sui falsi crediti della Procura di Rimini che vede coinvolto anche un teramano, F. R. di Tortoreto, in provincia di Teramo, amministratore del Gruppo imprenditoriale di investimenti srl, società che si occupa della compravendita di beni immobili effettuata su beni propri, al quale è stata notificata la misura dell’interdizione all’esercizio d’impresa lo scorso gennaio. Ed è proprio in quella data che è scoppiata la notizia dell’inchiesta, con 8 persone finite in carcere e 4 ai domiciliari e perquisizione in molte regioni d’Italia.
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Il totale dei crediti sequestrati e di cui è stata impedita la vendita ammonta a circa 305 milioni di euro. Tra i beni sequestrati agli indagati ci sono anche criptovalute, attualmente custodite in un wallet così da impedirne la movimentazione, oro, platino e prestigiosi orologi che erano detenuti in una cassetta di sicurezza in Austria. La prosecuzione delle indagini ha consentito di quantificare le percentuali di guadagno e quindi il profitto dell’attività di commercializzazione dei falsi crediti confermando, almeno allo stato delle indagini, l’ipotesi del riciclaggio a suo tempo contestata a 5 indagati, per cui il gip ha emesso un secondo decreto di sequestro preventivo per quasi 10 milioni di euro che ha riguardato immobili, quote societarie e veicoli. Si trattava di un articolato sodalizio criminale con base operativa a Rimini ma ramificato in tutto il territorio nazionale, composto da 56 associati e 22 prestanome.