Teramo, sos suicidi: «Dopo l’epidemia tempesta psichiatrica»

Venerdì 29 Maggio 2020 di Maurizio Di Biagio
Domenico De Berardis Teramo, sos suicidi: «Dopo l’epidemia tempesta psichiatrica»

«Abbiamo avuto una pandemia virologica, ora nelle settimane a venire ne avremo un’altra di tipo psichiatrico». Questo è l’allarme del medico del Centro di Salute Mentale dell'ospedale Mazzini di Teramo, Domenico De Berardis, che si dice stupito di quanti, in fase di lockdown, siano ricorsi allo psichiatra, non solo i canonici utenti da anni in cura bensì tanta gente nuova alle prese con le problematiche dovute alla clausura forzata.

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Nel Teramano ci sono stati  cinque suicidi in meno di due settimane. Il medico teramano teme recrudescenze in pazienti che sono già in terapia stabile ed anche un’esplosione di nuovi casi che finora non avevano presentato questioni tali da rendere preoccupante il quadro generale. In temi di lockdown, De Berardis ha lavorato molto con i social «gestendo bene situazioni molto a rischio, evitando così ricoveri e in qualche caso persino Tso». La Asl ha pure attivato una help line che è stata subito presa d’assalto da assistiti e da molti nuovi volti sconosciuti. «Abbiamo intercettato bisogni di cui non avevo idea – prosegue lo psichiatra - un aspetto che mi ha colpito è stato, in fase di pandemia, il ricorso all’alcol e alle droghe come cannabis e sintetiche, originate dalla mancanza di supporto sociale, di lavoro e di attività fisica, dalla solitudine e soprattutto dalla noia».

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Un altro problema che si è riscontrato è stato il ricorso al cibo: «Il Teramano si è scoperto panificatore fomentando un’alimentazione incontrollata». Ma ciò che lo preoccupa maggiormente e che ha notato in fase di telemedicina «sono state le problematiche inerenti all’umore: una serie di recrudescenze di persone affette già da patologie ma tantissimi nuovi casi mai avuti prima, tra cui persone che ad esempio stavano pensando al suicidio».
Gli psichiatri teramani hanno dovuto lavorare molto su questo versante, aiutati anche dalle piattaforme social, evitando, anzi sventando, diverse intenzioni malevole. De Berardis spera di riuscire a prevenirli ancora mettendo in atto tutte le strategie del caso che sono efficaci, però prevede che una piccola parte possa sfuggire alla loro attenzione: «Credo che sostanzialmente dobbiamo fare uno sforzo ad intercettare il bisogno di aiuto, del resto non è facile da parte del paziente comunicare un’azione autolesiva, comunque noi ci siamo e daremo sempre una risposta».

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Ma con il lockdown stare sotto lo stesso tetto per alcuni può essere un inferno, cosicché sono spuntati molti episodi di violenza domestica “agghiaccianti”: «Spesso non vengono denunciati, alcuni li abbiamo dirottati al centro antiviolenza». Al contempo, gli operatori hanno dovuto seguire i problemi di medici ed infermieri, di chi è stato insomma in prima linea: «Ho seguito alcuni che hanno sviluppato sindromi post traumatiche al pari di chi è stato in guerra o di chi ha subito un terremoto, ne va di mezzo la qualità della stessa offerta sanitaria». De Berardis infine riconosce anche lo sforzo compiuto da “altri eroi comuni” come «i cassieri di supermarket e di banche che pur di garantire il servizio dinanzi al cittadino in tempi di pandemia sono stati soggetti anche loro a stress da virus».

Ultimo aggiornamento: 12:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA