Covid, muore paziente chiusa in camera: indagato un infermiere

Venerdì 22 Luglio 2022 di Marcello Ianni
Covid, muore paziente chiusa in camera: indagato un infermiere

Infettata dal Covid 19 da un parente, viene ricoverata d'urgenza all'ospedale ma quando i medici provano ad entrare nella stanza per rianimarla trovano la porta bloccata e la paziente muore.

La singolare vicenda giudiziaria vede come unico indagato un infermiere in servizio presso il padiglione G8 Covid 19, dell'ospedale dell'Aquila (P.C. di 44 anni), assistito dall'avvocato Chiara Cerasoli del Foro dell'Aquila.


Secondo quanto accertato, l'infermiere avrebbe cagionato con la sua imperizia, la morte della paziente in quanto non avrebbe dovuto abbandonare (come riportano le stesse linee guida) la sorveglianza costante della stessa, ponendo in secondo piano il particolare della mancata apertura della porta della stanza in cui la donna era ricoverata, operazione riuscita dopo circa 15 minuti grazie all'arrivo di un tecnico.

La paziente (una donna peruviana di 65 anni) era stata ricoverata all'ospedale (reparto terapia intensiva padiglione G8) il 17 ottobre 2020 dopo aver contratto il coronavirus da un parente che a quanto pare non l'aveva informata sulla propria positività. Secondo la cartella clinica acquisita dagli investigatori la paziente, seppur con un quadro clinico importante, mostrava segni di miglioramento anche nello stesso giorno del decesso, il 3 novembre sempre del 2020.

Improvvisamente la respirazione della paziente si è resa critica di qui la corsa degli infermieri per avvisare il personale medico chiudendo la porta della stanza di degenza, rimasta bloccata per 15 minuti. Quando i medici sono entrati per la degente non c'era più nulla da fare. Di qui la denuncia da parte dei familiari della ricoverata che ha portato gli investigatori a verificare a tutto campo ogni aspetto. Da chiarire è l'aspetto dell'obbligo violato dall'infermiere che doveva vigilare la paziente ricoverata in terapia intensiva.
 

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