Maturità, il Covid diventa materia d'esame

Giovedì 18 Giugno 2020 di Maurizio Di Biagio
Il bellissimo abbraccio tra il geometra Emidio Catucci e la figlia Ariana alla fine dell'esame di Stato Maturità, il Covid diventa materia d'esame (foto Newpress)

Esami di maturità a Teramo ai tempi del Covid-19: «Un esame triste, senza la notte prima degli esami, senza gli alunni che aspettano fuori i compagni, senza i fiori e senza lo spumante per festeggiare». La vice preside del liceo scientifico Einstein, Roberta Buongrazio, ha gli occhi inumiditi quando snocciola la litania però è contenta di rivedere i suoi ragazzi dopo tanto on line, dopo schermi piatti che allontanavano quel rapporto profondo tra studente e prof.
 

 

Qualche papà, come il geometra Emidio Catucci, attende fuori dal plesso la figlia Arianna, ormai in dirittura d’arrivo alla facoltà di Chieti, dell’Aquila o al Nord. Sono le undici di mattina e l’abbraccio tra i due è commovente: «Mi sento sollevata - afferma la maturanda - ho passato la notte a ripassare le lezioni, i prof mi hanno messo a mio agio e l’esame è durato un’ora, tra la disquisizione dell’elaborato, alcune nozioni di cittadinanza e costituzione e un richiamo alla mia esperienza di alternanza scuola-lavoro». Prossima tappa: «Facoltà di lettere moderne».
Allo scientifico le aule prevedono il plexiglass ai banchi a differenza ad esempio di altre scuole dove il criterio originale è stato il distanziamento sociale a minimo due metri, come al liceo Classico di Piazza Dante. «C’è stata un po’ di paura per una situazione epidemiologica non del tutto chiara – ha proseguito Buongrazio – ma noi ci siamo organizzati da tempo con tutti i mezzi per affrontare gli esami nella massima sicurezza».

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Sono 2.145 i maturandi in provincia di Teramo e ieri hanno iniziato a sfilare dinanzi alle commissioni: «Un esame che ci ha disorientato un pochino perché senza certezze, atipico insomma» spiega Umi che dice che questa notte non dormirà perché lei l’esame ce l’avrà oggi. Poca gente fuori dagli androni, le bidelle sono in mascherina, la giornata è squarciata dal sole estivo. L’impatto è anche per il presidente di commissione: «Vengo da Controguerra, ma finora è andato tutto tranquillo» spiega una donna all’Einstein. Al Milli, il liceo di Scienze umane, Erika Acciaio, 19 anni, parla di clima sereno e con la commissione disposta in tre file davanti a lei: «Avevano la mascherina abbassata, ma dietro al plexiglass. Mi hanno chiesto la materia dell’elaborato di indirizzo di pedagogia concernete la Montessori, il testo di italiano e alla fine la mia esperienza del coronavirus: io ho detto che è giustificabile se qualcuno ha trasgredito le norme durante il lockdown». Grazie all’esperienza dell’alternanza scuola-lavoro in una scuola dell’infanzia, Erika ha le idee chiare: «Voglio insegnare» e se ne va con un sorriso stampato in volto.

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Valeria, la prima maturanda del liceo Classico, sprizza allegria da tutti i pori: ha superato brillantemente lo scoglio dell’elaborato in cui si è confrontato un testo latino con quello greco. Si ravvia i capelli e si fa più seria: «Abbiamo parlato anche del Covid». Infine Martina Chiodi all’Einstein con un mazzo di fiori tra le mani: «Mi hanno chiesto di Ungaretti». Ma dopo tanto on line «è meglio la didattica in presenza» chiude volando per la sua fase due: quella del test di medicina e del test della vita.
 

Ultimo aggiornamento: 09:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA