Coronavirus, studentesse bloccate in Spagna: il volo a 600 euro sparito in due minuti

Sabato 18 Aprile 2020 di Mila Cantagallo
Coronavirus, ragazze bloccate in Spagna: abbiamo paura a uscire

Inviare messaggi all’Ambasciata italiana, alla Farnesina, alle compagnie aree è diventata un’attività intensa quanto quella sui libri per Valentina Peluso e Giorgia Abate, studentesse di Montesilvano e Montorio al Vomano bloccate in Spagna dall’emergenza Coronavirus. Dallo scorso settembre vivono a Jaen, città di 113 mila abitanti in Andalusia, dove sono arrivate con le referenze dell’Università di Modena per il progetto Erasmus.
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Giorgia, 24 anni, e Valentina, 25, frequentano il secondo anno della magistrale della facoltà lingue straniere. L’ateneo è chiuso da un mese, le due amiche vorrebbero tornare in Italia ma da Malaga, l’aeroporto più vicino, non partono voli; rari i collegamenti con Madrid e Barcellona a prezzi inaccessibili per ragazze che investono ogni risorsa per mantenersi all’estero. «Ieri è partito un aereo da Madrid per Roma- riferisce Valentina - prenderlo sarebbe stato scomodo per noi perché la capitale è a 8 ore di distanza da Jaen, ma eravamo disposte a raggiungerla in autobus. I biglietti, al costo di 600 euro sola andata, sono stati venduti in due minuti su internet e non siamo riusciti ad acquistarli. Abbiamo anche telefonato alla compagnia che non ha potuto fare più nulla. Ci è stato proposto un viaggio in nave da Barcellona a Civitavecchia, un’odissea considerando che il porto catalano è a 8 ore da noi, senza contare i rischi per la salute».
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Le ragazze condividono con una studentessa pugliese un appartamento al terzo piano di un palazzo in centro dal quale evitano accuratamente di uscire: «Prima del lockdown l’università di Modena ci ha chiesto se volessimo rientrare in Italia - continua Valentina Peluso -, abbiamo deciso di restare per precauzione, non volevamo mescolarci alla folla dei rientri. Inoltre la sede universitaria di Jaen era ancora aperta e non volevamo perdere le lezioni. Adesso non c’è più motivo di restare. Abbiamo paura di uscire di casa, dal 12 marzo lo abbiamo fatto solo due volte per andare al supermercato del quartiere ed è ancora più angosciante affrontare questo momento lontane dalle famiglie».
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In attesa di lasciare la Spagna, Valentina e Giorgia hanno impacchettato e spedito le loro cose: «Se riusciremo ad imbarcarci, non avremo spazio per bagagli di sette mesi all’estero - aggiunge la studentessa - con l’aiuto di alcuni inquilini del palazzo che ci hanno preso in simpatia, abbiamo imballato abiti, libri ed altri effetti personali nella speranza che prima o poi potremo arrivare in Italia anche noi».
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Giorgia interviene: «Se riusciremo a partire, ovviamente ci autoisoleremo per tutelare i nostri cari, ma non possiamo più restare qui». Necessità condivisa con studenti italiani che vivono nella stessa città: «Tutti insieme scriviamo quotidianamente alle autorità competenti affinché allestiscano voli per il nostro paese, possibilmente ad un prezzo che possiamo permetterci. Nel frattempo continuiamo a prepararci per gli esami online, al telefono tranquillizziamo i genitori che sono preoccupati per noi, seguiamo costantemente i tg italiani, le notizie anticipano di una decina di giorni situazioni che viviamo poi in Spagna, ogni tanto abbiamo momenti di sconforto ma per fortuna a fasi alterne, così possiamo farci coraggio a vicenda».

Ultimo aggiornamento: 12:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA