Zanardi, il dolore e la speranza dell'Abruzzo per “l'amico Alex”

Domenica 21 Giugno 2020 di Monica Di Pillo
Zanardi, il dolore e la speranza dell'Abruzzo per “l'amico Alex”
Fanno tutti il tifo per Alex Zanardi a Francavilla, città che ha ospitato tante volte il campione emiliano, ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Siena, dopo l’incidente di venerdì con l'handbike nei pressi di Pienza, durante la staffetta Obiettivo tricolore con altri atleti paralimpici. «Zanardi è un grande uomo, qui - conferma il sindaco Antonio Luciani - preghiamo tutti per lui, perché lo abbiamo conosciuto bene in occasione dagli allenamenti che Alex ha fatto per 4 anni consecutivi, dal 2015 al 2018, con la nazionale paralimpica. Grazie ad un’altro azzurro, Poerpaolo Addesi di Torrevecchia, grande amico di Zanardi, abbiamo avuto l’onore di averlo ospite da noi, dove ogni volta voleva incontrare gli studenti, per dimostrare loro che volere è potere. Mi hanno stupito la sua tenacia e la sua autoironia, accompagnate da una grande umiltà. Ricordo ancora quel giorno in cui visitando il MuMi vide la splendida tela di Michetti, Gli Storpi, e scherzando sulla sua disabilità, confessò di volersi fare una foto proprio davanti a quell’opera, perché per la sua condizione era perfetta. Speriamo tutti di poterlo avere ancora nostro ospite a Francavilla e possa tornare ancora ad allenarsi guardando il nostro mare».

Ore di angoscia anche per Pierpaolo Addesi, da 12 anni nella nazionale paralimpica di ciclismo, originario di Torrevecchia Teatina, con tante medaglie e tre Olimpiadi all’attivo: Londra, Pechino e Rio. «Sono molto provato - confessa Addesi - perché Alex è un grande amico, ma soprattutto un grandissimo uomo. Quando in occasione degli allenamenti eravamo insieme a Francavilla ha incontrato tanti studenti, perché voleva trasmettere un messaggio ai giovani: mai arrandersi e apprezzare la vita in tutte le sue sfaccettature. Non si è mai sottratto a selfie e autografi con i suoi fan, ha sempre cercato di superare i limiti, perché è nella sua natura, tanto che non utilizzava mai gli scivoli ma con la carrozzella scendeva le scale, qualche volta è anche caduto, ma si è sempre rialzato più forte e determinato di prima. Spero tanto che accada lo stesso anche questa volta, che torni a dimostrare tutta la sua grinta, di insegnamento per tanti. Che torni a dimostrare che non bisogna mai arrendersi».
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