Il Covid avanza e l'ondata Omicron travolge anche Abruzzo, dove è responsabile ormai del 50% dei positivi totali.
«È chiaro che il sistema, così come è stato pensato per salvare l'economia, ormai è saltato» è l'allarme lanciato dal professor Liborio Stuppia, direttore del laboratorio di Genetica molecolare - Test Covid dell'Università di Chieti. «Attenzione - prosegue - perché se continuiamo così cede tutto il fronte sanitario, proviamo ad immaginare cosa accadrebbe se iniziassero a contagiarsi molti più medici»; in questo senso dunque potrebbe risultare «efficace un lockdown per i no vax».
Arriva intanto la stretta dell'Agenzia sanitaria regionale abruzzese nei tamponi di controllo per medici ed operatori sanitari alla luce della emergenza contagi in atto: i tamponi dovranno essere effettuati ogni sette giorni e non ogni 15 giorni. La nuova disposizione è contenuta in un provvedimento firmato dal direttore dell'Asr, Pierluigi Cosenza: «Visto l'evolversi del quadro epidemiologico è necessaria l'assunzione immediata di iniziative di carattere straordinario per la sorveglianza attiva della diffusione del contagio tra il personale medico e gli operatori sanitari e socio-sanitari - scrive -. Al fine di mitigare il rischio si rende necessario prevedere il potenziamento della sorveglianza mediante l'esecuzione di tamponi che dovrà essere entro e non oltre i 7 giorni».
La nuova variante avanza a ritmi importanti in Abruzzo, oggi un caso su due è positivo alla Omicron: «Il dato impressionante è che la scorsa settimana avevamo una prevalenza del 15% della nuova variante non su tutti i casi, ma solo sui nuovi positivi. Oggi abbiamo il 50% sui positivi totali e questo significa che la Omicron è esplosa in modo molto veloce - sottolinea il professor Stuppia -. Siamo perfettamente in linea con i dati delle altre nazioni: quando in Inghilterra una variante diventa prevalente arriva in Italia e in poco tempo diventa prevalente anche sul nostro territorio».
Per il direttore del laboratorio universitario, l'attenzione andrebbe posta però all'intero sistema: «Il sistema non regge più: abbiamo quantità assurda di positivi sul territorio, mai vista una cosa così, neanche all'inizio della pandemia. Parliamo di asintomatici, quindi la maggior parte continua a girare e ogni tampone positivo comporta un tracciamento di almeno 30 contatti e altrettanti tamponi. C'è dunque un aumento esponenziale e così si rischia il collasso. Tra i tamponi che arrivano, infatti, ci sono persone che aspettano il risultato per essere operati, i contatti stretti di un positivo, ma anche chi vuole semplicemente andare a cena fuori e non è più possibile che confluiscano in un solo sistema».
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