La mamma gli dona un rene e Bobo
si iscrive alla Venice Marathon

Mercoledì 21 Ottobre 2015
Samuele Riello
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VICENZA - Samuele Riello, per gli amici “Bobo”, è uno dei numerosi podisti che settimanalmente consumano chilometri lungo le strade asfaltate e i sentieri collinari di Vicenza e dintorni. Come tanti appassionati ha fissato un obiettivo: portare a termine la sua prima maratona. Fin qui, per quanto concludere una corsa lunga km. 42,195 costituisca sempre e comunque un’impresa, nulla di eccezionale, o fuori dagli schemi.



Il fatto straordinario è che Samuele ha avuto la fortuna di ricevere un trapianto di rene da vivente, e il donatore è stata la mamma Rosetta che non ci ha pensato nemmeno un attimo a dare una seconda possibilità a suo figlio; per questo la seconda vita di Samuele è un ulteriore gesto d’amore, un grande dono! Contestualmente a questa nuova vita, si è avvicinato al mondo della corsa e ora, dopo essersi preparato con costanza e determinazione, è pronto per affrontare una nuova sfida.



Sarà ai nastri di partenza della Venice Marathon, in calendario domenica 25 ottobre. «Convivo, non sono sposato e non l’ho scelta come fidanzata, con una malattia genetica rara, la policistosi renale, un bel mattoncino nello stomaco – spiega Samuele –, scoperta, per caso, durante delle normalissime analisi del sangue. In sostanza la funzionalità del rene veniva compromessa dalla presenza delle cisti. Avevo 25 anni, il mondo in tasca; si è trattato sicuramente di un fulmine a ciel sereno. Ad aprile 2011 ho ricevuto in dono da mia madre un rene, una seconda vita; a giugno ho iniziato a camminare e a settembre mi sono iscritto al corso base della “running school” di Atletica Vicentina, in cui c’è l’alternanza passo-corsa, società che mi ha supportato anche nella preparazione alla Venice Marathon».



La ripresa dell’attività sportiva, anche a livello agonistico, cos’ha rappresentato? «Mi hanno attribuito un’invalidità civile del 60%, ma non voglio riconoscermi in questa situazione; come si dice in questi casi, voglio gettare il cuore oltre l’ostacolo. Da ex sportivo di mountain bike, tornare in competizione era nelle mie vene, questa vocazione per ritrovare una forza superiore alle problematiche con cui devo convivere. Ogni passo con una vescica bucata a seguito del trapianto, non è un semplice passo e per arrivare a km. 42,195, i passi da sommare uno con l’altro sono un bel po’».



Quale messaggio intende veicolare con la partecipazione alla Venice Marathon? «E’ una sfida personale, ma non lotterò contro il cronometro. Forse sarà una delle mie tante pazzie perché affrontare la distanza della maratona, per i problemi di idratazione legati al mio stato di salute, non sarà semplice. Ma sono risoluto a correre verso quel traguardo che rappresenta per me l’inizio di questa seconda e nuova vita. Voglio gridare a quelli fortunati come me e a quelli che stanno aspettando in una lista d’attesa, che il trapianto è un dono per correre verso la vita e di guardare ogni giorno con la fierezza e la gioia, per dire siamo vivi qui ora. Grazie mamma».
Ultimo aggiornamento: 22:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA