Vinyls, triste finale Battaglie e promesse ma domani si chiude

Sabato 6 Dicembre 2014
Sono rimasti un centinaio a vedere l'alba dell'ultimo giorno. Gli altri, quelli che sono riusciti a trovare qualcos'altro da fare e quelli che non hanno retto all'ansia e alla rabbia e se ne sono andati semplicemente a casa, si risparmieranno l'addio di domani e, lunedì, l'entrata nell'ultimo stato, quello della mobilità.
Finisce così, miseramente e vergognosamente, la storia della Vinyls, fabbrica chimica di Porto Marghera chiusa da anni: produceva cvm, cloruro di vinile monomero, e pvc, polivinilcloruro, materie di base utilizzate per la maggior parte delle materie plastiche sul mercato. Il cvm è cancerogeno ma non per questo in giro per il mondo, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, si è smesso di produrlo, casomai altrove viene lavorato con molta minore attenzione di quanto lo fosse a Marghera dopo decenni di esperienza, e con i limiti e i controlli cui sono sottoposte qui le fabbriche chimiche.
Vinyls Italia è fallita nonostante tanti tentativi di salvataggio, falliti anch'essi o fatti fallire, ultimo quello dell'Oleificio Medio Piave, azienda trevigiana che, mentre chiedeva il concordato preventivo perché soffocata dai debiti nell'azienda di Fontanelle, acquistava a Porto Marghera, da Syndial (Eni), 30 ettari di terreni preziosi che si affacciano sul canale dei Petroli, tra la centrale Edison e il Cracking. Aveva potuto farlo a patto di assumere 120 lavoratori di Vinyls. Ancora lo scorso giugno la famiglia Dal Sasso, proprietaria dell'Oleificio, ripeteva a Comune, Provincia e Sindacati di voler costruire una fabbrica per produrre oli vegetali e di voler assumere i 120 dipendenti di Vinyls Italia. Da allora nulla si è più saputo «ma l'Oleificio quei 30 ettari se li è tenuti - commenta Massimo Meneghetti, segretario della Femca-Cisl veneziana -. E noi non ci stancheremo mai di dire alle istituzioni locali e nazionali che, invece, quelle aree gli vanno tolte, perché se non ci costruiscono una fabbrica allora ci speculano. Che esempio è per chi parla tanto di rilancio di Porto Marghera e di assegnazione agli investitori dei 110 ettari che Syndial ha ceduto a Comune e Regione?».
Quella dell'Oleificio Medio Piave è solo l'ultima delle tante vicissitudini della fabbrica e dei lavoratori negli ultimi sei anni: prima c'era Sartor l'imprenditore trevigiano dei ponteggi, poi fu la volta degli arabi, e ancora degli svizzeri. In mezzo c'è stato spazio anche per imprenditori locali. Ma le proposte si sono sciolte come neve al sole. Mentre i lavoratori la neve la sentivano assieme al vento di tramontana quando salivano sulle fiaccole dell'impianto alte 150 metri e lì, dentro a una tenda, dormivano e vivevano per giorni.
Tra scioperi, picchetti, manifestazioni sono state scritte delle pagine di storia umana che riscattano, almeno in parte, la desolazione di una storia industriale «dove le istituzioni e la politica hanno completamente fallito» continua Meneghetti.
Parliamo di storie diventate importanti perché ognuno dei protagonisti si è inventato forme di lotta originali per ribadire che non avrebbe mai rinunciato alla propria dignità, che invece in fabbrica ormai veniva negata assieme al lavoro. Così Nicoletta Zago e Lucio Sabbadin dormirono per giorni in una tenda nell'isola delle pantegane a San Giuliano di fronte al ponte della Libertà, vennero ricevuti da papa Benedetto XVI e anche da Vasco Rossi durante l'Heineken Jammin' Festival, sono entrati in contatto con Piero Pelù. E Alessandro Gabanotto ha scritto musica su Vinyls, sui suoi compagni, ha prodotto un disco e sta lavorando a uno spettacolo teatrale. Senza mai mollare, ormai non più per difendere la fabbrica che era scomparsa, ma per rivendicare il proprio posto nel mondo e testimoniare una storia di soprusi e prese in giro.
Da lunedì una decina di lavoratori rimarrà al lavoro per garantire il trattamento delle acque, gli altri saranno in mobilità.
I sindacati avvertono che hanno tutti i loro curriculum e che se ci fossero aziende interessate ad assumere qualcuno, possono beneficiare di sgravi contributivi al 75% per due anni. Un bel risparmio, l'ultimo dono di Vinyls.
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