PORTOGRUARO - Se n'era andata nel 1948 da Parenzo, ora il Tribunale la documenta

Martedì 22 Settembre 2015
PORTOGRUARO - Se n'era andata nel 1948 da Parenzo, ora il Tribunale la documenta come nata in Croazia. Non ci sta Graziella Dainese, la figlia di Elvira Casarsa, un'anziana di 87 anni che vive nella casa di riposo Francescon di Portogruaro, che ha avviato una fitta corrispondenza con il Tribunale di Pordenone. Una vicenda burocratica, peraltro sancita da una legge del 1989 che ribadisce come in tutti i documenti degli italiani nati nei paesi dell'Istria c'è obbligo di riportare unicamente il nome italiano del Comune, senza alcun riferimento allo Stato a cui appartiene attualmente.
«Mia mamma ha una storia e una sua dignità - spiega Graziella Dainese - nessuno di noi c'è l'ha con la Croazia e coni suoi abitanti. I miei genitori erano proprietari di una bellissima casa a Parenzo, ho conosciuto anche chi ora ci abita. Dallo scorso anno è stato avviata una pratica affinchè io venissi designata come amministratrice di sostegno di mia mamma. Nei documenti che mi sono stati inviati dal Tribunale di Pordenone, mia mamma viene inserita come nata a Parenzo in Croazia. Attraverso un legale ho fatto presente che non era nata in Croazia e che la legge 54 del 1989 prevede per i cittadini nati sotto la sovranità italiana, l'obbligo di scrivere nei documenti i luoghi di nascita nella nostra lingua senza alcun riferimento allo Stato cui attualmente appartiene». Nonostante ciò i nuovi documenti sono tornati sempre con la dicitura "Croazia" tra parentesi per il luogo di nascita, quando nel 1928 l'allora Parenzo era italiana. Un disguido che potrebbe dovuto al sistema informatico dei tribunali che riconosce le località istriane esclusivamente con l'indicazione della nazionalità croata o slovena.
Marco Corazza

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