TREVISO - Oggi pomeriggio Shila Begum sarà davanti al negozio di Benetton in

Giovedì 3 Aprile 2014
TREVISO - Oggi pomeriggio Shila Begum sarà davanti al negozio di Benetton in piazza Indipendenza. Lei è una dei sopravvissuti al crollo del Rana Plaza, il complesso di industrie tessili della capitale del Bangladesh che il 24 aprile dell'anno scorso è venuto giù uccidendo 1.138 persone. E arriva a Treviso, sull'onda della campagna Abiti puliti, per spingere il colosso di Ponzano a versare almeno 5 milioni di dollari per risarcire i parenti delle vittime. Benetton, però, non ci sta a passare per quello che se n'è lavato le mani. L'azienda assicura di aver dato avvio subito dopo il crollo a un programma di verifiche sull'integrità strutturale degli edifici nei quali operano i fornitori del colosso. E a un paio di settimane di distanza dalla tragedia, ricordano da Ponzano, il gruppo ha firmato un accordo con i sindacati internazionali e quelli del Bangladesh per contribuire al miglioramento delle condizioni di lavoro in tutti i laboratori tessili. Indipendentemente dal fatto che lavorino per fornitori del gruppo. Inoltre un mese dopo la tragedia, Benetton ha lanciato assieme a Brac, organizzazione non governativa all'opera nel paese asiatico, un programma di aiuti per le famiglie delle vittime che fino ad oggi ha coinvolto 350 persone. Gli aiuti sono concreti: sono state fornite protesi a chi ha perso gli arti sotto le macerie e sono stati avviati corsi di formazione per consentire ai sopravvissuti di inserirsi in nuove attività. In particolare negozi alimentari. Storie che hanno nome e volti: come quello di Khadija (41 anni), Parveen (25 anni) rimasta vedova con due bambini, Firoza (44 anni) ferita a entrambe le gambe e Fatema (44 anni) che nel crollo ha perso due figli. «Quanto al risarcimento -concludono da Ponzano- siamo stati fautori del tavolo che ha lavorato per la creazione del fondo. Fino a quando ci siamo resi conto che si stava arrivando a prevedere un contributo solo su base volontaria e non proporzionata all'effettiva presenza di ogni azienda in Bangladesh. Abbiamo quindi deciso di concentrare ulteriormente i nostri sforzi per il sostegno alle vittime e alle loro famiglie sul programma messo a punto con Brac».
Mauro Favaro