Il ministro entra nella fabbrica tossica

Martedì 27 Gennaio 2015
Il ministro entra nella fabbrica tossica
Un tavolo tecnico a Roma per risolvere definitivamente il problema della C&C, la fabbrica dei veleni a Pernumia. È l'impegno preso dal ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, che ieri ha effettuato un sopralluogo nei capannoni ancora stipati di rifiuti per lo più tossici, accompagnato tra gli altri dall'onorevole Udc Antonio De Poli, dall'assessore regionale Maurizio Conte e dal consigliere regionale Stefano Peraro.
La giornata del ministro è cominciata alle 10.30 nel municipio di Pernumia, dove il sindaco Luciano Simonetto ha chiesto il contributo del ministero per risolvere la situazione.
«Il Veneto è una Regione virtuosa - ha riconosciuto Galletti - e grazie a questo sarà più facile aiutarla con programmi straordinari. Il Governo, oltre all'impegno profuso per risolvere i dissesti idrogeologici del paese, ha infatti particolarmente a cuore le bonifiche dei siti inquinati». Il ministro ha poi lanciato un messaggio alle istituzioni e ai cittadini. «Dobbiamo avere rispetto per il nostro territorio. Teniamo alta la guardia oggi, per evitare l'insorgere di nuovi problemi domani».
La discussione sulla C&C si è conclusa con l'augurio del ministro affinché venga approvato al più presto il disegno di legge per il riconoscimento degli eco-reati. Dopo il veloce sopralluogo nei capannoni di via Granze, il ministro ha raggiunto il Bluedream Hotel di Monselice, dove era atteso dai sindaci dei paesi attraversati dal fiume Fratta-Gorzone, uno dei più inquinati del territorio.
La vicenda si trascina da oltre quarant'anni, e cioè da quando gli scarichi delle aziende, in primis delle concerie, finivano dritti nelle acque del fiume. «Vogliamo che il Fratta diventi la nostra opportunità, sia per quanto concerne l'agricoltura e i sistemi di irrigazione che per la realizzazione di vie cicloturistiche sugli argini», ha spiegato il sindaco di Urbana, Marco Balbo.
La presenza massiccia di particelle di cromo 6, cloruri e solfati ha fatto affermare ai tecnici della direzione regionale ambiente come il problema storico dell'inquinamento del Fratta sia «sotto controllo, ma non di facile soluzione». «La mancanza di cultura ambientale non è più tollerabile - ha concluso il ministro Galletti - Questi problemi arrivano dal passato, ma la responsabilità è anche nostra: sta a noi ora lavorare per individuare una soluzione».
Nel pomeriggio il ministro ha visitato anche l'area golenale del bacino Giaretta, a Carmignano di Brenta, dove è previsto un progetto di riqualificazione cui è legata la questione degli emungimenti d'acqua di falda da parte della Regione. E ancora: possibilità di usare le risorse economiche comunali, ha chiesto Paolo Tonin di Campo San Martino, necessità di una pianificazione territoriale comune per Enrico Zin di Piazzola sul Brenta.
«I problemi ambientali non devono essere secondari anche perchè sono legati alla salute pubblica - ha detto il ministro - dobbiamo lavorare assieme senza scaricare i problemi gli uni sugli altri. Mai più tutelare l'abusivismo che è suicidio del territorio, arriveranno risorse per abbattimenti o fare cassa con oneri urbanizzazione».
«Sto mettendo in atto ogni azione a difesa della risorsa acqua e del territorio - ha detto il sindaco Bolis - Non capisco perchè il progetto dei pozzi non sia stato inserito nella procedura di Valutazione impatto ambientale quindi con studi su cosa possa provocare un emungimento di almemo 1950 litri al secondo per alimentare acquedotti carenti».
(Ha collaborato

Michelangelo Cecchetto)

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