Assisi Sacro Convento, Praglia Abbazia Benedettina e poi oltre l'Oceano Atlantico

Mercoledì 12 Novembre 2014
Assisi Sacro Convento, Praglia Abbazia Benedettina e poi oltre l'Oceano Atlantico alla volta di New York. Ecco l'iter e la destinazione ultima di tredici manoscritti dal XIII al XV secolo della Biblioteca storica comunale di Assisi, tra i quali il manoscritto 338 contenente la più antica versione (completa) del Cantico delle creature di San Francesco.
Ci sono voluti oltre quattro mesi per provvedere alla “rimessa a nuovo” di questo inestimabili pezzi da parte del Laboratorio di Restauro del Libro Antico dell'abbazia di Praglia diretto da padre Pierangelo Massetti, istituzione dell'abbazia ai piedi dei Colli Euganei, già famosa di suo tanto è vero che i frati minori conventuali umbri avevano pensato subito ad essa per il lavoro. Ma che, con questa committenza, viene ad assurgere a livello mondiale. Questi manoscritti di “carattere francescano” infatti, che partiranno per New York domani, sono già stati citati dal New York Times nell'annuncio della mostra che verrà allestita dal 17 al 28 novembre nel Palazzo di vetro dell'Onu, per poi passare, dal 2 dicembre al 14 gennaio al Brooklyn Borough Hall. È la prima volta che questo prezioso materiale testimonianza di fede, di letteratura e di storia lascia l'Italia per esposizioni all'estero.
Alla comprensibile soddisfazione degli amministratori comunali e dei frati minori conventuali di Assisi si è unita in questi giorni, quella di padre Massetti e dell'intera comunità benedettina di Praglia, a incominciare dall'abate Norberto Villa e quindi da coloro che insieme al direttore del Restauro hanno operato per un intervento molto impegnativo e riuscitissimo: Alberto Benato, Gloria Biasin e don Cristiano Ballan.
«Proprio oggi (ieri per chi legge, ndr), l'ente di tutela competente, cioè la Soprintendenza beni librari della regione Umbria, ha collaudato – sottolinea padre Massetti – il nostro lavoro esprimendo un giudizio ampiamente positivo. Una conferma ulteriore, per noi, che vediamo il nostro impegno e la nostra professionalità riconosciuti. Non ho mai pensato che avrei avuto questi manoscritti nelle mie mani. Il Cantico delle Creature è il fondamento della lingua italiana, il primo testo in lingua volgare mai conosciuto».
La difficoltà maggiore nel restauro del materiale – aggiunge il direttore del Laboratorio di Praglia - è stata per i tempi molto ristretti che ci erano stati richiesti proprio in vista della mostra newyorkese. «Questa condizione non ci ha comunque impedito di impegnarci al meglio, considerata la preziosità dei manoscritti. Una sfida particolare è stata quella di far tornare il manoscritto 338, che aveva una legatura ottocentesca, all'interno della sua legatura medievale». Se il Cantico delle Creature rappresenta il “fiore all'occhiello” di questo materiale, non vanno certo sottovalutati gli altri manoscritti, fra i quali il numero 786, cioè la Vita seconda di San Francesco scritta da Tommaso da Celano, anche perché si tratta di un esemplare rarissimo.

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