Safilo compie 80 anni e "rivede" la crescita

Mercoledì 20 Agosto 2014
Un Gugliemo Tabacchi ragazzino si ritrova immigrato di ritorno, a dieci anni, nel bastimento che dal sogno americano lo trasporta nella lontana realtà italiana. Era il 1910, e Guglielmo deve presto cambiare abitudini, amici, lingua. Non è facile, ma ha preso dal padre Vittorio due cose: la volontà e un invidiabile "pollice meccanico", tanto che, arruolato sul finire della Grande Guerra, gli viene subito assegnato un ruolo adeguato, da riparatore.
Finisce la guerra, tanti orrori ma anche tanti amici. Con alcuni di questi Guglielmo tenta una nuova avventura. Si trasferisce in Polonia: vuole rischiare un'attività nel settore della produzione di gelati, "il" business della sua terra, il Cadore. Le cose non gli vanno affatto male, tanto che nel 1934, rientrato in Cadore, acquista la Società Anonima Ulisse Cargnel & C., fondata nel 1878 a Calalzo. E sceglie per la sua azienda un nome nuovo, un acronimo all'americana, Safilo (società anonima fabbrica italiana lavorazione occhiali), di fatto raccogliendo l'eredità dell'organizzazione produttiva che nel Bellunese copriva l'88% della produzione nazionale, con ben 17 fabbriche. Non sono anni facili, l'autarchia incombe, ma Safilo riesce a vendere bene e non manda a casa nessuno, anzi. Si comincia ad esportare in Europa, ma anche in Nord Africa, Medio Oriente e Sud Africa. Seconda guerra mondiale: con l'occupazione tedesca Safilo è commissariata ed obbligata a produrre un solo modello, una montatura a due colori, ambra e avana, destinata totalmente alla Germania.
Negli anni '50 del boom riprendono le esportazioni, si riordina la distribuzione nazionale, si aprono filiali a Milano e a Roma. Una "lean production" in embrione, centrata su qualità del prodotto e del lavoro: entrare in Safilo significa costruirsi il futuro e imparare davvero come si fa. Perfino il Presidente della Repubblica si congratula per l'efficienza dell'azienda. Nel 1964 il Gruppo Safilo apre lo stabilimento a Santa Maria di Sala (Venezia): fine della celluloide, avanti con le montature in acetato di cellulosa. Ci si concentra anche sugli occhiali da sole. Nel 1973 viene acquistato il centro servizi di Padova, dove viene trasferito il settore distributivo, le sedi amministrativa e commerciale. Nel 1974 Guglielmo muore, la continuità aziendale è assicurata dai figli, che danno nuovi impulsi alle esportazioni e al settore ricerca, da dove spunta la cerniera Elasta, brevetto Safilo, che trasforma la rigidità delle montature in un comodo supporto flessibile. Nel 1983 Safilo abbraccia le griffes. Sono gli anni delle metropoli "da bere", dove stile e firme sono tutto. Nel 1987 lo sbarco in Borsa: è il primo gruppo dell'occhialeria a farlo. Nel 1994 si aprono nuove filiali in Estremo Oriente, Europa, Australia e Sudafrica, Giappone, Brasile. Ma non tutto fila liscio. Tra i tre fratelli, Vittorio, Giuliano e Dino, le idee spesso non coincidono. La resa dei conti arriva nel 2001, proprio mentre viene inaugurato il nuovo magazzino centralizzato a Padova, una struttura all'avanguardia e altamente automatizzata. Non c'è tempo per festeggiare: Vittorio lancia con i due figli un'Opa rilevando le quote dei fratelli e ritirando il gruppo dalla Borsa. Un'operazione dolorosa, che lascia un'eredità di pesanti debiti. Nel 2005 la decisione di riquotarsi a Piazza Affari, ma la crisi internazionale non concede risalite. A fine 2009 i Tabacchi decidono di farsi da parte, "conquistati", con quasi 300 milioni, dal fondo olandese Hal. A marzo 2010 Multibrands Italy diventa azionista di maggioranza. Nel 2012 il mancato rinnovo dell'accordo di licenza da parte di Armani. Parte una lunga contrattazione sindacale, che porta ad esodi volontari e contratti di solidarieta. Il resto è storia recente: l'ultima "semestrale" del 2014 parla di un fatturato di 606,3 milioni (+ 1,3% sullo stesso periodo del 2013). Safilo si conferma secondo produttore mondiale di occhiali e leader nel segmento degli occhiali d'alta gamma. «Siamo sulla strada giusta verso la crescita», ha detto Luisa Delgado, la nuova, combattiva amministratrice delegata di Safilo. Che a Guglielmo, probabilmente, sarebbe piaciuta un sacco.

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