Braccialetti rossi, la fiction entra al museo

Domenica 7 Giugno 2015
Braccialetti rossi, la fiction entra al museo
PADOVA - É stato l'appuntamento più vivace, e uno dei più affollati, tra gli innumerevoli eventi promossi a Padova per l'inaugurazione del Museo di Storia della Medicina: protagoniste Greta Visentin e Giulia Flauto in arte rispettivamente Olga e Alina, le due attrici venete della serie tv "Braccialetti rossi", che spopola in televisione dopo aver conquistato le librerie col romanzo di Albert Espinosa.
Le due ragazze hanno richiamato più di un centinaio di coetanei accompagnati dai loro genitori, per un incontro con Stefania Fochesato della Città della speranza, moderato da Micaela Faggiani. Un incontro ricco di emozioni e di speranza, con due ragazze che - nel video come sul palco - sono esattamente se stesse: timida, sognante, angelica, la quattordicenne di Montecchio Maggiore (Vi), che l'anno prossimo si iscriverà al Liceo delle scienze umane e da grande vuole fare la piscologa; esuberante e spigliata la diciannovenne padovana (nella fiction afflitta da bulimia), che sta preparando la maturità allo Scalcerle e nei prossimi anni pensa di girare il mondo grazie alla sua conoscenza delle lingue.
Ma fra le due giovani attrici si è affacciata anche una terza protagonista, una sedicenne di Abano, Alessandra, che è guarita da una leucemia mieloide acuta dopo due anni di ricovero all'oncologia pediatrica di Padova e otto mesi di chemio: «Guardavo "Braccialetti rossi" - ha raccontato - e mi sono messo in contatto con Greta (Olga) via Facebook; ne è nata un'amicia vera, bellissima: non nascondo che mi piacerebbe poter raccontare la mia storia in una puntata della fiction, come attrice».
Greta e Giulia hanno raccontato la loro esperienza, iniziata con un provino nelle rispettive scuole, e si sono soffermate sul clima di amicizia che si è creato sul set: «Non è stato difficile - hanno detto entrambe - perchè si trattava di far vedere davanti alle telecamere dei sentimenti che provavamo davvero, comprese le lacrime nei momenti più intensi».
È toccato a Stefania Fochesato tirare le somme: «Non guardavo la fiction - ha confessato - perchè ne ho abbastanza di vedere bambini ammalarsi e morire nella vita reale. Ora però lo farò (anche perchè pare sia in arrivo una terza serie, ndr). Vediamo anche nei nostri incontri con le scuole che i ragazzi non hanno problemi a parlare della malattia e del dolore, ma è opportuno che qualcuno li accompagni in questo, per ammortizzare il potenziale di angoscia».
Quello che in fondo fa la fiction di Rai1.
R.S.
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