VENEZIA - Giorgio Orsoni, posto ieri agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta sul Mose, è stato sospeso dalla carica di sindaco di Venezia.
Lo ha deciso il prefetto, Domenico Cuttaia, sulla base dell'ordinanza ricevuta dalla Procura.
In base alle disposizioni contenute nel Testo Unico Enti locali, le funzioni attribuite al sindaco sono esercitate in via temporanea dal vicesindaco, Sandro Simionato.
Orsoni è indagato nell'inchiesta per un finanziamento illecito di 560 mila euro a sostegno della campagna elettorale per le comunali del 2010. L'ordinanza del Gip, che ieri ha fatto scattare i 35 arresti, è stata trasmessa dal Prefetto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, per le valutazioni di competenza, considerando che la stessa "legge Severino" comporta la sospensione dalle cariche anche per altri due amministratori arrestati, l'assessore regionale alle infrastrutture Renato Chisso e il consigliere regionale Giampietro Marchese.
CHISSO E IL TELEGRAMMA
Renato Chisso non ha perso tempo: le sue dimissioni sono state annunciate con un telegramma inviato al protocollo della Regione: «Rassegno con il presente le mie irrevocabili dimissioni dall'incarico», ha scritto l'ex assessore.