IL DISSENSO. La sparata di Stéphanie segue infatti di qualche giorno il comunicato ufficiale del Principato grondante indignazione e condanna da parte del sovrano Alberto e delle sue sorelle Caroline e Stéphanie: «Grace di Monaco non può essere presentato come un bio-pic, è totalmente fittizio e opera una distorsione dei fatti a fini puramente commerciali», hanno messo nero su bianco i figli di Grace e Ranieri III. «Non vogliamo essere associati in nessun modo a questo film che non riflette minimamente la realtà e che è stato realizzato senza tenere conto delle nostre osservazioni».
Quello che non va giù ai principi è il fatto di non essere stati consultati dal regista Olivier Dahan. E soprattutto si dissociano dalla figura del padre così come è stato dipinto sullo schermo: basta dare un’occhiata ai trailer del film (che uscirà nelle sale il giorno dopo l’apertura di Cannes, il 15 maggio, con Lucky Red) che già circolano su internet, per capire il perchè del dissenso.
RANIERI. Nel film Raineri III (interpretato da un accigliatissimo Tim Roth) impedisce a Grace, che per sposarlo aveva rinunciato alla sua carriera da Oscar, di tornare sul set per interpretare Marnie. Il bio-pic, o presunto tale, di Dahan racconta infatti i mesi del 1962 in cui Grace riceve la fatidica proposta da Hitchock e sembra tentata di accettarla. Ma alla fine la ragion di stato prevale e la principessa decide ddi archivia definitivamente il cinema.
Dahan, un regista abbonato alle biografie (era suo La vie en rose su Edith Piaf, un ruolo grazie al quale Marion Cotillard vinse l’Oscar), ha sempre rivedicato la libertà creativa: «Mica sono un biografo», ha detto. Lo ha difeso Thierry Frémaux, il direttore artistico del Festival, dicendosi anche dispiaciuto che i Grimaldi abbiano attaccato il film senza averlo visto: «La Kidman è una grandissima Grace e la famiglia ne sarebbe fiera».
IL REGISTA. «Grace di Monaco è una storia romantica che racconta la storia di Grace Kelly, grande star di Hollywood, e della sua ascesa al ruolo più importante, quello della principessa di Monaco», aggiunge Dahan. «Le relazioni tra la Francia e la Rocca non sono sempre state rose e fiori, ma nel film mi interesssava mostrare come una nuova arrivata dalla scintillante Hollywood sia riuscita ad influenzare e lasciare il segno nei rapporti tra i due Paesi». Il regista parla di «una specie di scontro fra culture diverse». La polemica, sulla Croisette già parata a festa, rischia di continuare.
NOTIFICHE ABBONAMENTI
LOGOUT