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L'orgoglio di vestire la maglia della Nazionale, lo sport inteso come «filosofia» per crescere, la lotta alla violenza sulle donne: sono tanti i temi che Luciano Spalletti ha affrontato ad Atreju. Ad aspettarlo al varco della convention, i dubbi e le polemiche sulla presenza del ct azzurro all'evento organizzato da Fratelli d'Italia - la prima volta dopo l'insediamento del governo Meloni -. L'allenatore degli azzurri non si è scomposto e ha dribblato le domande. Con la sua dialettica ha schivato anche il «tackle in scivolata» di Enrico Lucci che lo ha abbracciato chiedendogli se politicamente fosse passato a destra, vista la presenza alla festa del partito della premier e dopo che in passato si era dichiarato pro sinistra. «Io quello che ho detto lo ripeto tutto e sempre, perché so quello che dico», ha sottolineato Spalletti replicando a chi gli ricordava che in passato si era apertamente schierato a favore della sinistra.
L'intervento
«Ma tu di cosa sei, destra o sinistra?», ha anzi rilanciato il ct all'inviato di Striscia la notizia, che ha chiuso il siparietto con una battuta che ha mosso Spalletti all'abbraccio: «Vuoi dire 'vincere e vinceremo'? Lucià, dammi retta: lascia perde, non porta bene...».
Per l'allenatore toscano lo sport ha una funzione sociale ed educativa. E non nasconde i problemi del calcio italiano: «C'è l'insidia del mondo virtuale a quello corporeo fatto di abbracci veri - sottolinea - Ad alcuni giocatori piace più il fantacalcio che il calcio...». Ma lo sport non può vivere isolato dalla realtà. Gli episodi di cronaca. con l'uccisione di Giulia Cecchettin in testa, hanno lasciato un segno anche tra i calciatori. Lo stesso Spalletti ha prestato volto e voce alla campagna contro la violenza sulle donne. Il ct va oltre, lanciando la sua idea per i ragazzi: «A scuola serve l'ora del buon senso - spiega - l'ora del capire. Si deve capire che queste donne vanno lasciate stare, non si va a mettere le mani addosso a loro. Si deve capire che questa ora è più importante di altre materie. Si deve far capire che il primo ragazzo ti lascerà, il secondo ti deluderà e per questo trovato il terzo o il quarto. Va insegnata una crescita naturale e qualcuno va aiutato». Idea che poi Spalletti approfondisce ulteriormente: «Serve l'ora per capire il senso della vita, le situazioni che ci possono capitare e i comportamenti, capire il rispetto verso chi non la pensa come noi, verso le altre culture e religioni. Il saper accettare, il saper stare insieme» Infine, un pensiero ai prossimi impegni dell'Italia all'Europeo 2024: «Intanto - conclude - siamo i campioni in carica e non è poco. Non ci deve interessare se qualcuno crede o no in noi. I calciatori devono credere in se stessi. Non possiamo tirarci indietro portando questa bandiera sulle spalle. Immaginiamo che nessuno dei nostri avversari sarà felice di incontrare l'Italia. Vogliamo esser ricordati da tutti per essere una squadra che ha giocato un calcio feroce e coraggioso, andando ad affrontare viso a viso gli avversari».
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