Si muovevano in branco, come i gangster del videogioco «G.t.a» a cui si ispiravano: sceglievano una 'predà, l'accerchiavano e la massacravano di botte,...
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I sei componenti della banda arrestati dalla Questura di Monza, quattro italiani e due sudamericani, tutti di età compresa tra i 18 e i 20 anni e residenti tra Monza e hinterland, erano conosciuti come 'la compagnia del centrò o 'quelli del pontè, ovvero il noto Ponte dei Leoni che sormonta il fiume Lambro nel centro storico. Chiunque passasse di lì, davanti a loro, stravaccati sul muretto a bivaccare e parlare del nulla, diventava papabile obiettivo della loro violenza. Dieci gli episodi di rapina e lesioni di cui sono accusati, tra cui un tentato omicidio. Bersaglio della gang, in quell'occasione, un 32enne incrociato per caso in un locale e volutamente provocato con una gomitata da uno delle banda. Attirato all'esterno del bar con la scusa di discutere, l'uomo si è poi visto accerchiare dagli altri che lo hanno colpito a calci e pugni in faccia e alla testa, per poi trascinarlo giù per le scale di un sottopasso e colpirlo anche con un coltello e una catena. È finito in ospedale con fratture al cranio e una prognosi di oltre un mese.
Tra le altre vittime di aggressione, quasi tutti giovanissimi, anche un clochard, picchiato per aver chiesto indietro la bici che gli avevano rubato.
Il Gazzettino