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«E' il tuca tuca da bambino, è lei con Corrado e Vittorio de Sica in cui giocano a fare un provino, c'ha fatto innamorare del ballo, delle canzoni, di quella televisione. Il suo non è mai stato un rumore fastidioso ma che ti invitava a ballare. Il ricordo è quello di tutti, di una persona che ha reso il mondo più bello. Di una donna che parlava d'amore e anche di tipi particolari di amore. Lei è cresciuta senza papà e negli anni '70 diceva ironicamente non sono cresciuta male. Era avanti anni luce. Ora siamo più soli, ci manca un genio». Così Flavio Insinna ricorda Raffaella Carrà nel suo ultimo passaggio davanti al Teatro delle Vittorie. (LaPresse)
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