Crisi Covid, protesta dei lavoratori del porto di Venezia davanti alla stazione I motivi dello sciopero

La protesta dei lavoratori del porto di Venezia davanti alla stazione oggi 7 ottobre.  "I porti di Venezia e...

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La protesta dei lavoratori del porto di Venezia davanti alla stazione oggi 7 ottobre.



 "I porti di Venezia e Chioggia e tutte le attività che vi ruotano attorno si fermano oggi per uno sciopero -  spiegano le segreterie sindacali provinciali di Filt Cgil, Fit-Cisl e UilTrasporti - per avere finalmente risposte concrete da parte degli Enti preposti, delle Istituzioni locali e del Governo".

Che cosa denunciano
"Il mancato intervento risolutivo degli Enti preposti, delle Istituzioni e del Governo per la soluzione concreta di alcune problematiche che mettono a rischio le attività lavorative e di conseguenza i posti di lavoro"
Nel dettaglio:
"La mancata manutenzione strutturale dei canali di accesso alle banchine portuali e alla mancata soluzione del problema Grandi Navi passeggeri a distanza di ben 7 anni dal decreto Clini-Passera. Dunque navi di un certo pescaggio che non possono più accedere al porto e crocieristicache sceglie altri approdi .

Migliaia di posti di lavoro a rischio, scrivono le sigle sindacali, "ma come se non bastasse altre tegole sono cadute in questi mesi sulla testa dei lavoratori dei porti e delle imprese di Venezia e Chioggia:
1) la crisi economica causa Covid-19;
2) la messa in funzione del sistema Mo.Se.;
3) il commissariamento dell’Autorità Portuale;
4) L’imminente scadenza delle concessioni

Che cosa chiedono
a) fare una strutturale manutenzione dei canali portuali ripristinando solamente i fondali
previsti dal piano regolatore;
b) dare una soluzione definitiva alle crociere e farle tornare a Venezia salvaguardando il
ruolo strategico della marittima e rilanciare un’occupazione dei lavoratori fermi da molti
mesi;
c) evitare che le procedure legate alla previsione delle maree per l’allerta per alzare le
paratoie del Mose si trasformino automaticamente in ordinanza di inibizione al traffico
marittimo da parte della Capitaneria di porto, istituendo una cabina di regia locale. Pena
l’inesorabile declino della portualità, di ciò che vi ruota attorno e la perdita di migliaia di
posti di lavoro.
d) ripristinare i pieni poteri del soggetto che presiede le attività portuali vale a dire
nominare subito un presidente più autorevole e il comitato di gestione previsti dalla legge
al fine di avere una compiuta capacità decisionale indispensabile in questo delicato

momento. Questo anche al fine di accelerare, sollecitando, l’iter relativo alle concessioni
demaniali da rinnovare. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino