Julia, nel suo nome l'eredità del padre alpino morto in guerra: «Mi mancava, l'ho creato con la mia immaginazione»

PORDENONE - Nel suo nome la storia del padre, Romolo Marchi, sergente alpino arruolato nella Brigata Julia e mai tornato dalla spedizione in Russia. Era il 26 gennaio 1942, Julia...

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PORDENONE - Nel suo nome la storia del padre, Romolo Marchi, sergente alpino arruolato nella Brigata Julia e mai tornato dalla spedizione in Russia. Era il 26 gennaio 1942, Julia aveva appena sei mesi, quando dal fronte arriva la notizia che il padre era morto in guerra. Da allora lei non ha mai smesso di cercarlo in tutte quelle lettere di amore e di affetto che lui spediva alla moglie Lisetta e oggi catalogate nell’“Epistolario dal fronte russo”. «Avevo 35 anni quando mia mamma mi ha consegnato quel pacchetto di lettere, tenute insieme da un nastrino di velluto nero». Centotrenta lettere, alcune lunghe, altre composte da brevissimi messaggi, attraverso le quali Julia riesce a disegnare un ritratto del padre «gran buon uomo, di animo e di entusiasmo». Una ricerca che non si ferma alla corrispondenza scritta, ma nell’agosto del 2009 si traduce in un viaggio in Russia con il gruppo alpini di Valdagno, ripercorrendo tutta la ritirata fino ad arrivare a Nicolaevka, dove all’età di 31 anni la terra fu lieve al padre.

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Il Gazzettino