Asia Argento: «Non mi riconosco più nel movimento MeToo»

In onda venerdì 5 marzo alle ore 20.00 sul canale Sky Arte...

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In onda venerdì 5 marzo alle ore 20.00 sul canale Sky Arte (canali 120 e 400) la prima puntata della nuova stagione di LUCE SOCIAL CLUB, il programma di approfondimento culturale condotto da Gianni Canova e Martina Riva, prodotto da ERMA PICTURES in collaborazione con la direzione comunicazione di Istituto Luce Cinecittà, Sky Arte, ATCL e Spazio Rossellini, con la regia di Max De Carolis. Disponibile anche on demand e in streaming su NOW TV, Luce Social Club in ogni puntata ospiterà personaggi di rilievo del mondo del cinema, del teatro, dell’arte, della musica e della cultura. Si parte questo venerdì con un parterre significativo: ospiti della prima puntata saranno, infatti, l’attrice e regista Asia Argento che presenterà il suo ultimo libro “Anatomia di un cuore selvaggio”; il Direttore della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, la Biennale di Venezia Alberto Barbera, che farà un punto sulla situazione attuale del settore cinematografico e festivaliero; il drammaturgo, regista, attore e consulente artistico del Teatro di Roma Giorgio Barberio Corsetti, che affronterà le più recenti tematiche e problematiche del settore teatrale e racconterà del progetto Metamorfosi Cabaret; infine, non mancherà l’appuntamento con la musica dal vivo, con un ospite d’eccezione: Edoardo Bennato che presenterà il suo ultimo album intitolato “Non C’è”. Tra gli argomenti più significativi affrontati durante le diverse interviste, riportiamo un’importante dichiarazione di Alberto Barbera in risposta alla seguente domanda di Gianni Canova: "Condividi o no le recenti scelte di alcuni direttori di festival - penso ad esempio a Berlino - di abolire il premio per il Miglior Attore o Miglior Attrice in nome del gender? Ci dobbiamo aspettare questo anche a Venezia?" Alberto Barbera: "No. Francamente mi sembra più una scelta dettata dalla volontà di non mettersi in conflitto con questa air du temps legata al #metoo, legata al politically correct, che rischia di essere una soluzione che può fare più danni di una separazione tradizionale tra i premi al migliore attore e alla migliore attrice. Io credo che non sia quello il livello a cui bisogna intervenire per sostenere una giusta battaglia per il riconoscimento della parità dei diritti tra uomini e donne anche in ambito culturale".

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Il Gazzettino