Torturato e violentato dal branco nella comunità dei rifugiati

La Questura di Vicenza
VICENZA - Hanno iniziato a chiedergli e a rubargli i soldi, poi sono arrivati a picchiarlo, torturarlo e violentarlo, filmando tutto. Sono pesantissime le accuse ai danni di tre...

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VICENZA - Hanno iniziato a chiedergli e a rubargli i soldi, poi sono arrivati a picchiarlo, torturarlo e violentarlo, filmando tutto. Sono pesantissime le accuse ai danni di tre profughi pakistani che sono stati arrestati e ora si trovano rinchiusi in carcere a Vicenza. Vittima dei soprusi un loro connazionale di 19 anni, analfabeta e capace di scrivere solo il proprio nome. Gli stupri di gruppo sono avvenuti all'interno di una comunità per profughi, tutti in attesa dello status di rifugiati, nel capoluogo berico, in viale Marosticana, abitato complessivamente da una quarantina di stranieri, divisi in vari alloggi. 


Dopo il pronto intervento della Polizia berica, prima con le Volanti e poi con la Squadra mobile, dietro le sbarre sono finiti Ullah Noman, 28 anni, Jamel Abas Cheema, 32enne e Imran Ghulam Rasool, 33enne, che vivevano tutti nello stesso appartamento: il terzetto era giunto a Vicenza nel mese di ottobre, dopo essere arrivato in Italia con un barcone, sbarcando a Caltanissetta. Erano stati destinati al capoluogo berico, vivendo per alcune settimane all'hotel Adele, primo centro di smistamento, per poi essere destinati in una delle comunità sparse nel territorio: quella in cui sono avvenute le violenze era abitata anche da afghani, nord e centroafricani. Al momento non risulterebbero altri violenze o soprusi ai danni di altre persone, anche se il terzetto era considerato da tutti i componenti della comunità come dei "piccoli boss", arroganti e violenti.
 



I tre hanno preso di mira il connazionale, persona debole e indifesa: hanno iniziato a sottrargli i pochi euro mensili del "pocket money", per poi rompergli il cellulare. Quando sono stati segnalati e "richiamati" in Prefettura per il loro comportamento non corretto, il 19 gennaio, hanno deciso di vendicarsi: per la giovane vittima è iniziato l'inferno. Le violenze sessuali complete venivano filmate - le immagini, che li hanno inchiodati, sono state poi trovate in due dei cellulari degli arrestati - e utilizzate anche come motivo di ricatto. Tali violenze avvenivano di sera, quasi sempre nel loro appartamento (una volta di notte) ma anche sulla panchina di un parco. Il 19enne veniva costretto a bere fino allo stordimento, poi gli aguzzini, loro stessi ubriachi, lo stupravano. Quest'ultimo, oltre ad essere stato violentato, è stato anche ferito alle natiche con monete incandescenti che gli hanno provocato ustioni di secondo grado dichiarate guaribili in 30 giorni e talmente gravi da portare al ricoverato nel reparto di chirurgia plastica del San Bortolo.



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Il Gazzettino