MONTEBELLO V. - Si è concluso con il coro "Ladro ladro", davanti a una delle ville di proprietà dell'ex-presidente della Banca Popolare di...
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Alle 15.30 in punto la bara di Antonio è entrata in chiesa fra due ali di folla con un lungo applauso della gente assepiata. In una lettera indirizzata a tutti i soci ieri, l’avvocato Renato Bertelle, presidente dell'Associazione nazionale azionisti della BpVi, aveva sollecitato alla partecipazione di massa «anche per dare un segnale alla politica affinché faccia in modo che non si ripetano i delitti commessi dagli amministratori della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca e sia con noi per sollecitare la magistratura».
La funzione - durante la quale il parroco ha posto il divieto di scattare immagini o video - si è conclusa dopo un'ora. Tra i partecipanti oltre a don Enrico Torta, il prete che assiste i risparmiatori beffati dalla banche venete, che ha concelebrato la messa assieme al parroco di Montebello, don Lidovino Tessari. Presente alle esequie (ma anche al corteo) il consigliere regionale e candidato Governatore dei 5 Stelle, il padovano Jacopo Berti. «Sono qui in forma privata - ha voluto precisare Berti - ma il mio partito da molti anni sta conducendo una battaglia contro le banche». Tra gli altri cartelli esposti uno diceva "Omicidio di Stato: mandanti Banca d'Italia e Consob", mentre in altri si poteva leggere "Rubare la fiducia e pure i risparmi è uccidere" e "Antonio Bedin: Zonin e soci lo avete ucciso".
Nel giorno dell'addio di Antonio Bedin non sono mancati i momenti di tensione. Oltre all'obbligo per fotografi, cameraman e operatori ad uscire dalla chiesa (una decisione che ha portato la gente ad applaudire) altre "scintille" si sono registrate durante il corteo, inizialmente aperto da alcuni esponenti della Confedercontribuenti con un enorme cartello con la scritta "Basta suicidi per colpa delle banche venete". A quel punto l'avvocato Bertelle, di fatto l'organizzatore della marcia pacifica, ha fatto fermare il corteo. Dopo che sono volate "parole grosse" e qualche insulto, anche con l'intervento dei carabinieri i rappresentanti della Confedercontribuenti sono stati convinti ad arrotolare il loro striscione e il corteo è tornato a muoversi verso la villa dell'ex presidente della Popolare di Vicenza Gianni Zonin, distante circa 500 metri dalla chiesa. Qui il gruppo ha sostato per una decina di minuti in silenzio, poi rotto dallo slogan "Ladro ladro", durato circa mezzo minuto, al termine del quale l'assembramento è stato sciolto.
Tutti i particolari e altri servizi sul Gazzettino in edicola il 19 giugno.
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Il Gazzettino