Usano il ristorante per truffare: otto indagati nell'operazione dei Nas

Usano il ristorante per truffare: otto indagati nell'operazione dei Nas
VICENZA - I Nas di Padova, coadiuvati da carabinieri di Vicenza, Schio, Thiene e Valdagno, hanno compiuto stamane otto perquisizioni nei confronti di tre albanesi e cinque...

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VICENZA - I Nas di Padova, coadiuvati da carabinieri di Vicenza, Schio, Thiene e Valdagno, hanno compiuto stamane otto perquisizioni nei confronti di tre albanesi e cinque italiani tutti residenti nel Vicentino. I protagonisti della vicenda sono accusati in concorso e a vario titolo dei reati di associazione a delinquere pluriaggravata, truffa aggravata e continuata, furto, insolvenza fraudolenta, appropriazione indebita e ricettazione. Per quattro di loro sono scattate le misure cautelari. A capo della gang c'era un albanese 35enne, residente a Schio, volto noto alle forze dell'ordine e con precedente penali, agli arresti domiciliari. Gli altri tre sono italiani: un 27enne obbligato a non uscire da Valdagno (dove abita), a cui si aggiungono un 37enne e un 30enne, residenti a Vicenza e Zugliano, che hanno invece l'obbligo di firma dai carabinieri del capoluogo berico e di Thiene.


L’attività ha preso spunto da una serie di accertamenti svolti da militari del Nas a partire dall'agosto 2017, quando, nell’ambito dei normali controlli sul commercio ittico, sono emersi acquisti “anomali” operati a nome del ristorante “Il Veliero” di Marano Vicentino, che figurava come acquirente di quantitativi di pesce in misura sproporzionata rispetto alle normali esigenze di un locale. Attraverso una serie di accertamenti si è scoperto che il locale realtà serviva da attività di copertura per le otto persone indagate: una di loro, un italiano usato come “testa di legno”, aveva aperto sei conti correnti bancari ed uno postale in vari filiali della zona, versando cifre irrisorie (poche centinaia di euro) e ottenendo in tal modo i blocchetti degli assegni, con i quali aveva iniziato ad acquistare sia pesce ma soprattutto attrezzature per la ristorazione (fornelli, forni, frigoriferi, banconi e arredamenti per ristoranti) che venivano poi rivendute in nero ad altri acquirenti.


In questo modo sono stati raggirati almeno 42 fornitori (ma le forze dell'ordine ritengono siano molti di più) residenti nelle provincie di Vicenza, Verona, Padova, Rovigo e Venezia, per un controvalore accertato di 208 mila euro. Questo sistema è andato avanti fino alla fine di agosto del 2017 quando il ristorante ha prima chiuso per ferie e poi a settembre ha cessato definitivamente l’attività.
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Il Gazzettino