Via libera al maxi centro equestre di Marioni e Askoll: luce verde dal Tar

Il progetto preliminare del centro equestre di Caldogno
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CALDOGNO - Via libera al centro equestre di Caldogno. Il Tar del Veneto ha respinto il ricorso di Italia Nostra contro il maxi progetto. Una sentenza  clamorosa che potrebbe mettere la parola fine alla diatriba che da tempo interessa la struttura sponsorizzata dalla Askoll di Elio Marioni. Una struttura dotata di un'arena coperta e 2 scoperte, box per 500 cavalli, servizi e spazi per spettacoli e manifestazioni. Il tutto in un'area di oltre 200mila metri quadrati e una spesa, si dice, di 20 milioni. Gli ambientalisti avevano parlato di “pesantissima cementificazione”, ma per il comune di Caldogno i giudici amministrativi «hanno riconosciuto la legittimità dell'iter burocratico». Di più. Italia Nostra è stata condannata a risarcire con 5mila euro ciascuna delle parti chiamate in giudizio, cioè comune, Provincia, Regione, Nuova Caldogno, Askoll e Italconst.


Insomma dopo il danno, la beffa. Il primo a gioire è il sindaco Nicola Ferronato: «La nostra amministrazione non si è limitata a gestire il presente, ma si è assunta la responsabilità di programmare responsabilmente il potenziale sviluppo». Soddisfatto anche l'ex primo cittadino Marcello Vezzaro, ora assessore all'urbanistica:  «Il Tar ha confermato che abbiamo agito correttamente. La salvaguardia del territorio è stata la nostra priorità».

Il centro è il risultato di anni di analisi del territorio, osservazioni, assemblee, tavoli tecnici. La prima approvazione del consiglio comunale risale addirittura al 2011. A mettere in discussione carte e disegni ci aveva pensato Italia Nostra puntando il dito contro la presunta illegittimità non solo dell'impianto, ma anche dei piani urbanistici. «Adesso ci auguriamo - conclude Vezzaro - che si creino le condizioni perché il privato realizzi l'opera, destinata a portare benefici al nostro tessuto socio-economico».
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Il Gazzettino