VERONA - Si è chiusa con tre istanze di patteggiamento, una richiesta di rinvio a giudizio e un decreto penale di condanna l’indagine - durata un anno e mezzo -...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
L’indagine, coordinata dal pubblico ministero Maria Beatrice Zanotti, era stata avviata nel novembre 2016 dopo la segnalazione della commercializzazione, in alcuni punti vendita del nord Italia, di vino Amarone della Valpolicella 2008 che, per il prezzo di vendita eccessivamente ribassato (8.49 euro) ed il richiamo ad un imbottigliatore inesistente (Vini Valli Verona srl), aveva destato sospetti in ordine alla contraffazione del prodotto.
La polizia giudiziaria aveva proceduto immediatamente al sequestro del prodotto ancora presente sugli scaffali (205 bottiglie), mentre la catena di ipermercati aveva provveduto a ritirare il prodotto da tutti i suoi punti vendita interessati e a richiamare il vino già venduto. Le verifiche tecniche svolte dall’organismo di certificazione Siquria di Soave (Verona) hanno accertato la contraffazione, non solo del prodotto ma anche di alcune bottiglie, che avevano una seconda capsula con un diverso codice, mentre le fascette riportanti il Sigillo di Stato erano totalmente falsificate.
L’indagine ha ricostruito l’intera filiera, dai produttori, agli imbottigliatori, ai responsabili della commercializzazione. I carabinieri forestali hanno individuato un secondo "filone" della contraffazione, che ha portato al sequestro di 1870 bottiglie di Amarone, di cui oltre un migliaio esportate in Germania e poi rese dall’acquirente tedesco in seguito al clamore mediatico dovuto al primo sequestro. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino