Giù le mani dalla cultura, spunta la petizione popolare per salvare i musei

Valbrenta. Museo etnografico Valstagna
VALBRENTA - Giù le mani dai musei. Dopo la delibera dell’Unione Montana Valbrenta, che propone di accorpare il Museo Etnografico di Valstagna e il Museo del Tabacco e...

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VALBRENTA - Giù le mani dai musei. Dopo la delibera dell’Unione Montana Valbrenta, che propone di accorpare il Museo Etnografico di Valstagna e il Museo del Tabacco e del Recuperante di San Nazario presso il complesso turistico delle Grotte di Oliero, con una gestione imprenditoriale privata, sono state presentate due interpellanze. La prima mozione, promossa da una petizione popolare, mira all’annullamento di tale delibera e la richiesta di valorizzare e potenziare queste risorse del territorio anziché delocalizzarle. Il costituitosi Gruppo degli Amici dei Musei in una lettera inviata ai sindaci e al presidente dell’Unione Montana Valbrenta ha evidenziato che le caratteristiche dei musei «non sono in sintonia con l’ambiente vacanziero dove si vogliono delocalizzare, che inevitabilmente trasformerebbe la loro natura e li ridurrebbe a semplice vetrina». In particolare il «Museo Etnografico Canal di Brenta, il cui allestimento è stato studiato per gli spazi ora occupati (nello storico Palazzo Perli, a Valstagna, ndr) è andato via via configurandosi come intrinsecamente e profondamente connesso con la Biblioteca Civica. Dividere queste due realtà e spostarle fuori dal centro abitato significherebbe decretarne la morte. L’energia e la passione delle persone che hanno contribuito a far nascere e a mantenere in vita la Biblioteca, le Raccolte, i Musei, il Museo diffuso e il Parco, sono l’unica risorsa certa per la loro continuità e sviluppo. Il trasferimento ipotizzato, quindi, decreterebbe la morte di una realtà culturale essenziale per la popolazione di Valstagna e dell’intera Valbrenta».

Inoltre, visto il Regolamento del sistema dei musei del Canal di Brenta, gli Amici dei Musei chiedono l’attivazione del previsto Comitato Scientifico e che i «suoi membri siano individuati tra i cittadini della Valbrenta cui sia riconosciuta una competenza culturale anche se non specialistica o accademica». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino