Comune unico in valle, primi passi «E si farà referendum tra i cittadini»

La Valbrenta e Luca Ferazzoli
VALBRENTA. Dalle parole, tante in questi decenni, al primo passo concreto per la possibile fusione in un unico comune della Valbrenta. Un passo cui sono chiamati i comuni...

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VALBRENTA. Dalle parole, tante in questi decenni, al primo passo concreto per la possibile fusione in un unico comune della Valbrenta. Un passo cui sono chiamati i comuni interessati (Solagna, Campolongo, San Nazario, Valstagna e Cismon, mentre Pove si è defilato) che nei prossimi giorni dovranno approvare una convenzione per chiedere, tramite un comune capofila, alla Regione Veneto il finanziamento (scadenza il 9 settembre) per uno studio di fattibilità per la fusione.


«Uno studio che dovrà indicare le modalità per approdare alla fusione, indicando gli aspetti positivi e negativi da illustrare alla popolazione chiamata con un referendum ad esprimersi sull’argomento - spiega Luca Ferazzoli, presidente dell’Unione Montana Valbrenta e sindaco di Cismon. - Una fase propedeutica che andrà comunque fatta, indipendentemente dalla concessione o meno del finanziamento regionale per lo studio di fattibilità. Tenendo conto anche dello scenario istituzionale e dei possibili cambiamenti a seconda dell’esito del referendum nazionale che dovrebbe tenersi il prossimo autunno.»


La strategia messa in campo per la gestione unitaria dei servizi è il primo passo messo in atto dall’Um Valbrenta, puntando all’obiettivo del comune unico della Valle, «perché non può esistere unità amministrativa, senza unità politica e viceversa - ribadisce Ferazzoli. - Deve però essere chiaro a tutti che non si può puntare al comune unico limitando gli obiettivi della fusione ai possibili risparmi economici, bensì focalizzando l’attenzione sull’idea di come dovrebbe essere la Valbrenta del futuro, il tipo di sviluppo possibile per il nostro territorio, quale viabilità stradale e ferroviaria, le scuole, le attività produttive, le realtà locali. Il consenso dei cittadini dovrà, quindi, essere formulato sull’idea del possibile sviluppo della Valbrenta nei prossimi dieci anni, sulla pianificazione del futuro che la gente vorrà per il nostro territorio, mettendo in campo nuove idee e un nuovo modo di fare amministrazione». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino