VALBRENTA - La discarica Melagon sull’Altopiano di Asiago preoccupa la Valbrenta. Con un intervento al Senato il Movimento 5 Stelle chiede di fare luce sulla discarica...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La vignetta di Lazzarato
La discarica Melagon, attivata circa 20 anni fa, passata da ex cava di marmo a discarica di rifiuti solidi urbani, sostengono gli esponenti del M5S, potrebbe rivelarsi un grosso pericolo ambientale a causa delle possibili infiltrazioni di percolato che, dal fondo della cava, potrebbero precipitare sul bacino di Oliero, inquinandolo irrimediabilmente con gravi ripercussioni.
«La discarica nei primi anni è stata utilizzata in modo incontrollato, mentre in seguito vi confluiva il rifiuto secco - spiega il sindaco di Valstagna, Carlo Perli -. Realizzata per ricevere il rifiuto secco dell’Altopiano, in realtà negli ultimi anni i rifiuti di Asiago sono stati convogliati al centro raccolta fra Bassano e Cartigliano, mentre alla Melagon sono stati destinati i rifiuti di altre località della pianura. Se, in seguito agli accertamenti del Corpo Forestale, sembra che sotto il profilo normativo il conferimento in discarica sia in regola, noi vogliamo avere la certezza per quanto riguarda due aspetti: il problema della pericolosità dei reflui e la verifica del fenomeno dell’endocarsismo e delle conseguenze di eventuali sollecitazioni, per esempio scosse telluriche».
Dal momento che il nostro è un Paese dove troppo spesso si chiudono le stalle quando i buoi si sono già eclissati, Perli ha ritenuto opportuno tutelare il proprio comune, chiedendo al sindaco di Asiago di «convocare una conferenza dei servizi, con l’intervento degli amministratori locali, politici regionali, gestori della discarica e tecnici per verificare se sono state fatte delle prospezioni geofisiche sul suolo, esami ed accertamenti sul materiale conferito, se esistono pericoli di infiltrazioni dannose che potrebbero arrecare danni all’ambiente e alle falde acquifere, e conoscere le prospettive future della stessa discarica». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino