Unesco, ambientalisti al ministro: «Revochi la gestione al comune»

Borgo Berga è nel mirino degli ambientalisti
VICENZA - «Caro ministro, revochi al comune la gestione del sito Unesco». Hanno raggiunto quota 2700 le firme raccolte sul web dall'Osservatorio urbano...

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VICENZA - «Caro ministro, revochi al comune la gestione del sito Unesco». Hanno raggiunto quota 2700 le firme raccolte sul web dall'Osservatorio urbano territoriale, da tempo in prima linea contro la cementificazione del territorio, il quale ha lanciato una petizione da inviare al ministro dei beni culturali Dario FranceschiniAl centro della clamorosa iniziativa ci sono, ancora una volta, le grandi opere e in particolare il complesso dell'ex Cotorossi a Borgo Berga e il progetto Tav, che metterebbero a rischio il marchio Unesco. Temi attorno ai quali palazzo Trissino ha eleborato una relazione in cui, secondo il vicesindaco Jacopo Bulgarini d'Elci, l'amministrazione ha dimostrato che «ha profondamente a cuore il mantenimento del prestigioso riconoscimento». Ma gli ambientalisti - primi firmatari sono Francesca Leder, Alberto Peruffo, Mario Basso, Emilio Bagarella, Romana Caoduro, Enzo Ciscato, Francesca Corà, Patrizia Corà, Giulia Malesani, Giovanni Marangoni, Annetta M. Reams e Margherita Verlato - non ci stanno e replicano con parole dure: «Il sito è in pericolo. Il comune ha agito a danno della comunità e del patrimonio comunale che rappresenta l'Italia nel mondo».

 
La questione sarà tra gli argomenti oggetto di dibattito al presidio dei No Dal Molin, che dal 12 al 27 gennaio riaprirà i battenti al ponte del Marchese, tra Vicenza e Caldogno. In programma due settimane di confronti a 10 anni esatti dal “sì” di Romano Prodi alla base Usa. «Parleremo di tante questioni, dall'emblematico caso di Borgo Berga allo sfacelo della Pedemontana, dal progetto Tav a quello della Valdastico Nord  - annunciano gli attivisti - Discuteremo per organizzarci e trovare le forme per non essere testimoni del saccheggio del territorio, bensì un muro popolare tra l'ambiente e chi vuole distruggerlo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino