Inquinamento Pfas, la Miteni rassicura tutti: «I nostri scarichi nei limiti»

La sede della Miteni a Trissino
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TRISSINO - «La falda sotto Miteni è intercettata e depurata prima di andare a valle in misura superiore al 99%. Per la precisione la quantità di inquinanti intercettati ha raggiunto il 99,98% di massima e il 99,14% di minimo». E' questa la rassicurazione che arriva oggi dalla Miteni Spa, l'azienda di Trissino da molti mesi al centro delle vicende sull'inquinamento da Pfas nelle province di Vicenza, Padova e Verona. 


«Gli scarichi della Miteni rispettano i limiti per le acque potabili e nel contempo il sistema di filtraggio sta togliendo i Pfas dalla falda», assicurano i vertici della Miteni che, comprendendo la legittima preoccupazione delle “mamme” anti Pfas, hanno deciso di fare il punto della situazione sulla bonifica. «Questo ci consente di affermare - assicurano i vertici dell'azienda - che già oggi Miteni ha un bilancio ampiamente positivo per l’ambiente, sta risolvendo il problema dei Pfas in falda, non lo sta aggravando. Riguardo alla caratterizzazione dei terreni, sono stati realizzati centinaia di campionamenti, lunghe trincee nei luoghi in cui, secondo alcuni, si sospettava fossero sepolti dei rifiuti. E’ stato addirittura detto che lo sapevamo e li abbiamo nascosti, invece non è stato trovato nulla».

Un anno fa, all’esterno dello stabilimento, sull’argine del torrente Poscola, i tecnici ambientali della Miteni hanno trovato dei rifiuti e li hanno rimossi insieme a 300 tonnellate di terreno. «Rimossa quella fonte - aggiungono i vertici dell'azienda trissinese - non ci sono oggi dati che indichino la presenza di altri rifiuti. Siamo disponibili a continuare a cercare ma è bene dire che non c’è motivo di ritenere che ci sia qualcos’altro da trovare. Questo, in combinazione con i dati di efficacia del barrieramento e depurazione della falda (tutti dati verificati da Arpav) ci pare una buona notizia».


«Concordiamo pienamente - concludono i vertici della Miteni - con la richiesta di trasparenza e chiarezza. Auspichiamo che quanto prima siano disponibili i dati sul censimento delle fonti di inquinamento della zona, così come disposto da una sentenza del tribunale Superiore delle acque pubbliche. Ci si è concentrati su Miteni da sempre, per motivi comprensibili, ma la realtà siamo convinti sia ben diversa. La falda di Miteni non va a sud dove c’è l’inquinamento maggiore, ma ad est. Da sei anni non produciamo più Pfos e Pfoa eppure la concentrazione nel territorio non diminuisce. Noi che lavoriamo in Miteni siamo parte della popolazione del vicentino e anche noi vogliamo trasparenza e chiarezza, mettendo al bando le strumentalizzazioni». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino