Thomas, cerebroleso dalla nascita, si è laureato in Lettere

Thomas, cerebroleso dalla nascita, si è laureato in Lettere
CASSOLA - Tra i neo dottori dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, presenti in Piazza San Marco lo scorso venerdì per il "lancio del Tocco",...

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CASSOLA - Tra i neo dottori dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, presenti in Piazza San Marco lo scorso venerdì per il "lancio del Tocco", c’era anche Thomas Sanson, classe 1989, nato a Valdobbiadene ma residente a San Giuseppe di Cassola. Thomas è cerebroleso dalla nascita, non parla né cammina, ma ha una mente brillante. Ha una grande passione per la scrittura ed ama trasmettere i suoi pensieri sotto forma di prosa o di poesia. 


Si esprime grazie alla comunicazione facilitata, una tecnica appresa da bambino presso gli IAHP, gli “Institutes for the Achievement of Human Potential” di Philadelphia, dove ha seguito corsi specifici per 8 anni, tra i quali la lettura precoce e la stimolazione intellettiva intensiva ricevendo, all’età di 5 anni, un attestato di eccellenza intellettiva per gli ottimi risultati conseguiti. Con impegno, tempo ed applicazione, già dall’età di 7 anni ha imparato a scrivere isolando un dito e dirigendolo verso la tastiera speciale di un computer. Dopo aver frequentato la scuola elementare e la media superiore, si è iscritto al Liceo delle Scienze Sociali di Bassano del Grappa ed in seguito alla Facoltà di Lettere di Ca’ Foscari. E venerdì pomeriggio - davanti a mamma Oriana, papà Walter e ai fratelli più piccoli Iris e Leonardo - si è laureato in Lettere con la professoressa Ricciarda Ricorda con una tesi sul tema della disabilità nella letteratura.

"Thomas - racconta la professoressa Ricorda - ha dentro di sé un mondo molto ricco. Si è laureato con una tesi sulla disabilità nella letteratura italiana, un lavoro che abbiamo apprezzato in particolare per l'ottima articolazione. Gli è valsa quindi i 6 punti che sono il massimo che si può attribuire ad una tesi triennale”. “Non avevo dubbi che potesse farcela, - sono le parole piene d’orgoglio di mamma Oriana - anche se ancora non abbiamo ben realizzato quello che è riuscito a fare. Adesso vedremo se intende proseguire. So che stava già guardando dei corsi on line di giornalismo. È un ragazzo cocciuto. Abbiamo superato barriere, pregiudizi, ma soprattutto crediamo di avere aperto una strada per chi vive nelle sue condizioni”.

“Non credo mi sia mai stato chiesto cosa volessi fare da grande, - spiega Thomas - immagino non per mancanza di considerazione, quanto piuttosto perché un bambino con così tante difficoltà, con una disabilità così pesante e tanti problemi di salute, non rappresenta certo lo stereotipo di chi si realizzerà nella vita. Non l'ho palesemente esplicitato, ma ho portato avanti comunque il mio sogno. La mia condizione mi ha reso difficile ogni output, ma non mi ha impedito di comprendere, di apprendere, di elaborare le informazioni. L'argomento della mia tesi ha voluto analizzare proprio questo aspetto dell'educazione: quello di consentire la conoscenza e la comprensione di quella verità che spesso si nasconde al di là dell’apparente. Perché la disabilità fa parte della normalità della nostra vita e bisogna tenerne conto ogni volta che pensiamo all'Uomo e ai suoi diritti, che elaboriamo leggi, progettiamo spazi e soprattutto che educhiamo o formiamo i giovani”.

In realtà Thomas ha anche già scritto e pubblicato un libro, intitolato “Come un romanzo”, grazie all’aiuto di Serena Cesco, dal quale è stato tratto lo spettacolo teatrale “Come in un romanzo… meglio di un concerto”, ed ha una sua “Fan Page” su Facebook. E pensare che quando nacque gli esperti dissero di lui prima che non sarebbe sopravvissuto, poi che non avrebbe avuto alcuna possibilità di “vita anche parzialmente normale” e che i suoi progetti di “normalità” (scuola, vita sociale, università, lavoro) “volavano troppo in alto”.

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Il Gazzettino