BASSANO - L’unione fa la forza. È il caso di dirlo a proposito dell’operazione di questa mattina intorno alle 7 che ha visto coinvolte le Compagnie Carabinieri...
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Il soggetto, 48enne, è domiciliato in provincia di Como, ma è connesso al territorio bassanese dal 2013 perché autore, assieme ad una banda di altri cinque ladri mascherati, di quella cruenta rapina avvenuta tre anni fa in Via S. Antonio a Cassola, che si ricorda per la violenza con cui i malviventi si erano accaniti contro le due vittime (Lucia Borghi e Patrizia Colasurdo, madre e figlia di 100 e 63 anni) procurando loro danni fisici guaribili in più di 40 giorni di prognosi.
Il monitoraggio dell’Arma e delle Fiamme Gialle, svolto tanto sotto il profilo soggettivo–criminale di Hudorovich e della sua famiglia nomade, quanto dal punto di vista economico–finanziario, ha consentito di rilevare che, oltre a numerosi precedenti, i soggetti esaminati, nonostante non lavorassero, risultavano intestatari di un patrimonio immobiliare di tutto rispetto (8 unità immobiliari, di cui 4 appartamenti, 1 villino e 3 autorimesse) nonché detentori di gioielli e preziosi. Tutto questo non appariva però nella loro dichiarazione dei redditi: dalle indagini risultano importi quasi nulli e non rientrano i beni immobili formalmente intestati a familiari, ma di fatto rientranti nella sfera dei propri interessi economici. Pagati in certi casi in contanti, creando successivamente falsi assegni.
Carabinieri e Finanzieri hanno così chiesto alla Procura della Repubblica di Como l’applicazione della “misura di prevenzione patrimoniale”, prevista dal D.Lgs 159/2011. La Procura ha accolto in pieno le richieste. Il Tribunale di Como ha dato avvio al procedimento e disposto il sequestro complessivamente di tutte le proprietà immobiliari illegali localizzate nelle provincie di Como e Varese, di gioielli, preziosi e disponibilità finanziarie. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino