Una rivoluzione per le rette del nido «Basta Isee, falsa i redditi familiari»

Foto d'archivio
ROMANO D'EZZELINO - E' una mezza rivoluzione e, così dicono gli amministratori, è stata approvata "da una larghissima maggioranza delle famiglie",...

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ROMANO D'EZZELINO - E' una mezza rivoluzione e, così dicono gli amministratori, è stata approvata "da una larghissima maggioranza delle famiglie", consultate in un'assemblea anche con la coordinatrice Desy Zonta. Da quest'anno scattano i nuovi criteri per il calcolo delle rette di frequenza dell’asilo nido Girotondo. La giunta del sindaco Rossella Olivo ha modificato le modalità di definizione delle rette rispetto al parametro Isee, al di là di quanto previsto dal Governo. La nuova modalità individuata fissa il costo del nido sulla base dell’effettivo utilizzo di questo da parte dell’utenza.


“Abbiamo previsto un tariffario suddiviso in tre fasce, a loro volta distinte fra residenti nel Comune di Romano e non – spiega Dimitri Anolfi, assessore alle Politiche Sociali e della Famiglia –: una per il part time, una per il tempo pieno e una per il tempo prolungato. I nuclei in difficoltà economica si rivolgeranno ai nostri servizi sociali dove esistono misure e percorsi differenziati per rispondere alle necessità e per affrontare le diverse situazioni. Ogni caso sarà valutato dal personale che predisporrà la risposta più idonea”. 


Per i residenti, la retta è stata fissata in 250 euro per il part time, 300 euro per il tempo pieno e 350 per il tempo prolungato. “Abbiamo optato per una procedura più equilibrata – aggiunge Anolfi –  perchè affidarsi all'Isee, a  parità di reddito delle famiglie, crea delle differenze sostanziali, se non vere e proprie discriminazioni. L’indice Isee si basa su parametri di presunta ricchezza relativi al patrimonio familiare che noi non condividiamo: la proprietà di un alloggio oppure la cointestazione di un conto corrente bancario con i genitori anziani fanno salire il reddito familiare ma seguendo questi criteri generali, si ottengono spesso dei risultati non aderenti all’effettiva situazione economica dei nuclei. Ma soprattutto si andrebbe a colpire ulteriormente la fascia di utenza a reddito medio, la più numerosa è la più vessata dal punto di vista della tassazione, oltre a creare delle disparità notevoli”. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino