Evaso minaccia di morte l'ex moglie ora sotto tutela dei carabinieri Tre anni fa la speronò con l'auto

Evaso minaccia di morte l'ex moglie ora sotto tutela dei carabinieri Tre anni fa la speronò con l'auto
BASSANO - Non si hanno ancora notizie di Fadil Saloski, l’immigrato macedone di 41 anni evaso mercoledì scorso dagli arresti domiciliari a Conegliano, dove alloggiava...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
BASSANO - Non si hanno ancora notizie di Fadil Saloski, l’immigrato macedone di 41 anni evaso mercoledì scorso dagli arresti domiciliari a Conegliano, dove alloggiava presso dei familiari. L’uomo, ricercato sia in Italia che all’estero, da latitante avrebbe minacciato più volte pesantemente l’ex moglie con telefonate anonime e messaggi al cellulare inequivocabili, riferendo le sue intenzioni di tagliarle la gola e farla a pezzi. 


Una mattinata di follia
L’immigrato era in stato di detenzione dal 24 gennaio del 2013, quando era stato arrestato per aver procurato un incidente quasi mortale, in via Nardi a Fellette di Romano, all'ex moglie speronando la sua macchina, dove assieme a lei viaggiavano il figlio di tre anni e la madre. Condannato a 7 anni per tentato omicidio, facendo ricorso aveva conseguito la riduzione della condanna a 5 anni per lesioni personali gravi. Fino a pochi mesi fa, quando ha ottenuto di scontare la pena ai domiciliari, dai quali è evaso.

Ora l'ex moglie è sotto l’attenta tutela dell’Arma dei Carabinieri di Bassano. Il Capitano Adriano Castellari comunque non esclude alcuna ipotesi, ritenendo che le minacce di morte potrebbero anche essere un depistaggio per confondere le polizie e permettere al macedone di tornare con tranquillità nel suo Paese di appartenenza, come spesso accade. Tuttavia la prudenza degli agenti resta massima. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino