ZANE’ - Colpo di scena nell’udienza in Corte d’Appello per il processo a carico di Lucia Helt, 59 anni, unica imputata per concorso nell’omicidio...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Ieri ha confessato Lucia Helt, confermando l’accusa formulata al processo di primo grado a Vicenza, sulle testimonianza dei familiari della vittima. «Sì, avevo io la pistola nella borsa e l’ho passata a mio figlio Carlo che ha fatto fuoco».
Il pm Paolo Fietta ha chiesto per Lucia Helt 23 anni da scontare ai domiciliari. Il delitto maturò perchè Davide Kari aveva “bestemmiato” la memoria dei defunti Helt, in particolare il marito di Lucia. Un’offesa gravissima per i sinti, nei fatti lavata con il sangue, scaricando su Davide e Vianello Kari una Bernardelli calibro 9. Dopo gli spari i cinque componenti la spedizione scapparono: l’assassino Carlo Helt, 39 anni, su un’auto; la mamma Lucia, i fratelli Davide di 28 anni e Fulvio di 22 e Paradise Kari di 28, fratello della vittima, a bordo di un’altra, bloccata poco dopo dalla polizia stradale lungo la strada che da Breganze conduce a Sandrigo. I quattro furono arrestati per concorso in omicidio e tentato omicidio.
Carlo Helt da latitante si consegnò a fine ottobre ai carabinieri di Gorizia, incarcerato a Vicenza a fine gennaio si uccise nella sua cella con un lenzuolo. Il 27 aprile il tribunale di Vicenza ha rinviato a giudizio Lucia Helt e assolto Davide e Fulvio Helt oltre che Paradise Kari perché ritenuti non a conoscenza della effettiva volontà omicida di Lucia e Carlo Helt. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino