VICENZA - Una trattativa serrata, decisa, quasi da suk, condotta per sei ore e più in prima persona dal consigliere delegato Francesco Iorio. Col cda della Popolare di...
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Ovviamente i 6,3 euro del prezzo di recesso deciso a febbraio prima dell’assemblea per la spa sono già un pallido ricordo. Figurarsi i 48 euro di un anno fa o 62,5 del marzo 2015. Valutazioni lontane anni luce da questo durissimo 2016, che vive di Borse nervose (anche se ieri i titoli bancari sono stati premiati) e miliardarie richieste al mercato (Vicenza ha la concorrenza in prospettiva degli aumenti di Veneto Banca e Banco Popolare). L’impressioni è che si viaggi tra 0,5 e 1,5 euro, ma tutto dipende dal mastino Iorio, che, vista la copertura aerea ottenuta dal governo, cercherà di monetizzare al massimo questa garanzia.
Una decisione era attesa per la serata di ieri, ma le trattive sono continuate nella notte per poter dare la lieta novella al mercato questa mattina prima dell’apertura delle Borse.
Se come nelle attese, oggi la Consob dovesse dare il via libera all'operazione l'offerta potrebbe partire mercoledì. «L'intervento del fondo, che avrà efficacia al raggiungimento degli obiettivi di raccolta minima, è coerente con le sue finalità istituzionali ed è subordinato al conseguimento delle necessarie autorizzazioni e approvazioni da parte delle competenti Autorità (Bce, Banca d'Italia e Consob) ed al rispetto dei vincoli regolamentari del fondo stesso», spiega la società di gestione guidata da Alessandro Penati che ha siglato l'intesa con Unicredit per conto di Atlante.
Proseguono le adesioni, giunte sulla soglia dei 4 miliardi, e ieri si è registrato l'impegno formale di Ubi (200 milioni), Popolare Sondrio (50 milioni), Popolare di Bari (50 milioni) e Fondazione Crt, azionista di Unicredit, con 50 milioni. Ora si attendono le assicurazioni, che dovrebbero sborsare in settimana un altro miliardo.
Il banco di prova per Atlante sarà l'aumento di Popolare Vicenza. Gli unici analisti che hanno prezzato la Bpvi sono quelli di Mediobanca, che valutano l'istituto tra gli 1,1 e gli 1,6 miliardi, incluso l'aumento di capitale e senza considerare i rischi legali e di liquidità. E la risposta degli investitori nel pre collocamento non è stata entusiasta. Ma Atlante non era ancora entrato in azione. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino