Banche in fibrillazione, Mion: ora siamo nelle mani del ministro Padoan

Da sinistra Viola, ad di Bpvi, Lanza e Mion, presidenti di Veneto Banca e Bpvi, Carrus ad dell'istituto trevigiano
VICENZA - Non ci sono uscite eccellenti in vista. Il presidente di Popolare Vicenza, Gianni Mion, esclude ogni ipotesi di dimissioni del consiglio di amministrazione («non...

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VICENZA - Non ci sono uscite eccellenti in vista. Il presidente di Popolare Vicenza, Gianni Mion, esclude ogni ipotesi di dimissioni del consiglio di amministrazione («non c'è nulla di vero»), comprese le voci di una partenza del manager Fabrizio Viola, dopo il diktat europeo sul miliardo di euro necessario per via libera al salvataggio di Veneto Banca e Bpvi. «Noi siamo totalmente allineati con Padoan, siamo nelle sue mani - ha detto Mion -, ci ha chiesto fiducia e non vi sono ragioni per dubitarne. Abbiamo avuto un lungo incontro con il ministro del Tesoro e le sue posizioni, rese pubbliche, sono nette. Il ministro sta seguendo con grande attenzione la vicenda e ci rimettiamo a lui. Ho letto la posizione di chiusura degli azionisti a una ricapitalizzazione del fondo Atlante. Ma a questo punto la questione è in mano alla politica, alla quale ci rimettiamo». 


Il cda di Bpvi è iniziato intorno alle 11.30 a Milano. Il board di Veneto banca dovrebbe iniziare invece nel pomeriggio. Intanto «le Fondazioni associate in Acri non intendono mettere più un euro» ha dichiarato il presidente di Cariplo e dell'Acri Giuseppe Guzzetti interpellato sul miliardo in più "da privati" chiesto dall'Ue per il salvataggio delle banche venete. Ma il ministro Padoan ha escluso un "bail-in", chi metterà questo miliardo? «Bisogna chiederlo a Padoan. Come Fondazione non li metto - ha ribadito -. Abbiamo già messo 538 milioni attraverso il Fondo Atlante e vedremo che fine fanno. Sono molto esplicito».


Si mobilita anche il fronte sindacale. Cgil Cisl e Uil del Veneto esprimono «profonda preoccupazione per l'esito negativo del confronto che si è svolto con la Commissione europea sulle prospettive delle due popolari venete. È inaccettabile l'atteggiamento di chi a Bruxelles continua a non consentire il salvataggio delle due banche per dimostrare che il rigore è l'unico strumento con cui si possono affrontare oggi le difficoltà del sistema bancario italiano mentre in passato mezza Europa ha salvato le proprie banche». «I lavoratori hanno già pagato con pesanti sacrifici - proseguono i sindacati - il prezzo della situazione che le due popolari stanno vivendo. Ora è il momento di costruire una prospettiva positiva per il rilancio del sistema, la salvaguardia dell'occupazione e la necessaria attenzione al sistema economico. Anche il sistema imprenditoriale e la politica regionale non possono restare inerti di fronte allo sgretolamento del sistema bancario che tanto peso ha avuto nello sviluppo del territorio». 
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Il Gazzettino