Lettera alle procure: «Da annullare assemblee delle due popolari venete» Vi parteciparono anche i soci fasulli

VICENZA - Annullamento dell'assemblea del 19 dicembre 2015 di Veneto Banca e dell'assemblea 5 marzo 2016 di Banca Popolare di Vicenza, e non negoziabilità del...

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VICENZA - Annullamento dell'assemblea del 19 dicembre 2015 di Veneto Banca e dell'assemblea 5 marzo 2016 di Banca Popolare di Vicenza, e non negoziabilità del pacchetto azionario delle due banche sino alla conclusione dei procedimenti penali. È quanto chiede il Coordinamento Don Torta che riunisce le associazioni degli azionisti delle due banche venete in una lettera inviata alle Procure della Repubblica Italiana interessate, al Ministero del Tesoro e ai parlamentari di Camera e Senato, alla Consob, a Banca d'Italia e ai vertici attuali dei due istituti di credito.


Secondo l'associazione «prima degli aumenti di capitale del 2013 e 2014 le due banche popolari avevano circa 100.000 soci. Con le operazioni di aumento di capitale del 2013 e 2014 i soci sono raddoppiati e alle assemblee del 19 dicembre 2015 per Veneto Banca e del 5 marzo 2016 per Banca Popolare di Vicenza sono stati chiamati ad esprimere il voto sulla trasformazione anche i soci acquisiti con aumento di capitale e operazioni "baciate".

 

«Appare oramai pacifico che le cosiddette operazioni "baciate" sono state contratte in violazione di legge e quindi sono nulle, con la conseguenza che coloro che hanno acquistato le azioni con finanziamento della banca, senza essere precedentemente soci, non sono soci e quindi non avrebbero potuto partecipare alle assemblee tutte, specialmente quelle di trasformazione di cui sopra - si legge nella lettera del Coordinamento Don Enrico Torta -. I nuovi soci acquisiti attraverso operazioni "baciate" sono circa 3.000 per Veneto Banca e almeno altrettanti per Popolare di Vicenza. Molti di tali nuovi soci da "baciate" hanno partecipato alle assemblee pur non avendone titolo, stante il negozio illecito». «Quindi, le assemblee e le decisioni sono radicalmente invalide, indipendentemente dalla effettiva influenza sul deliberato che il voto dei non soci avrebbe potuto avere - si legge nella missiva -. E, in ogni caso, andrebbe precisamente indagato quanti siano i non soci da "baciate" e quanti di essi abbiano partecipato alle assemblee e che quindi anche le assemblee successive a quelle del 19 dicembre 2015 e 5 marzo 2016 sono parimenti viziate, nonostante il cambiamento di struttura societaria». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino