Il dramma di Stacchio e Zancan nel libro del "Serpico veneziano"

Il dramma di Stacchio e Zancan nel libro del "Serpico veneziano"
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 “L'inferno di Ponte di Nanto. Il dramma di Graziano Stacchio e Robertino Zancan” (ed. Mazzanti): è il libro del capo della squadra mobile Paolo Citran, il Serpico veneziano con la passione per la scrittura. E la prefazione è di un altro "uomo di Giustizia", il giudice Carlo Nordio.  Un volume (290 pagg, 18 euro) che si legge d'un fiato e che racconta le vite sconvolte di Graziano Stacchio e Roberto Zancan. Si parla ovviamente - con grande cognizione di causa - della triste storia del benzinaio e del gioielliere protagonisti loro malgrado della sanguinosa rapina in gioielleria del 3 febbraio 2015.  Quel giorno dal vicino distributore, il tranquillo benzinaio  intervenne imbracciando un fucile per difendere la commessa di Zancan assalita dai banditi. I rapinatori gli spararono col mitra, ad altezza d'uomo: lui rispose al fuoco, mirando alle gambe, e ferì uno dei giostrai che poco più tardi morì. Per Stacchio finisce la vita da persona normale: viene indagato per eccesso colposo di legittima difesa. A giugno arriva (finalmente) l'archiviazione. 


È  attraverso le storie dei due protagonisti che il libro offre tutta una serie di elementi per capire come può cambiare la vita di due tranquilli e onesti lavoratori "travolti" da un fatto di cronaca nera di cui sono stati due volte vittime: "Ciò che metto in luce, oltre ai fatti che hanno cambiato le esistenze di Stacchio e Zancan, è la loro storia umana - spiega infatti l'autore – una storia che, se in quella particolare e drammatica situazione ha riguardato loro, come cittadini chiama in causa anche noi”.

Paolo Citran ha 50 anni ed è nella Polizia di Stato da trenta. Entrato come agente semplice, è ora ispettore capo, coordinatore delle Volanti della questura di Venezia. Ha scritto anche “Il leone blindato” sulla storia, vissuta in diretta, del blitz  dei “Serenissimi” a San Marco il 9 maggio 1997.


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Il Gazzettino