Ai Pomari corteo contro i capannoni: «Non ci piegheremo ai giochi politici»

Il corteo che, il 19 marzo, ha attraversato i quartieri dei Pomari e di San Lazzaro
VICENZA - «Vicenza allarga il cuore alla devastazione ambientale». E' stato uno degli slogan che ha accompagnato la protesta dei comitati contro lo sviluppo...

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VICENZA - «Vicenza allarga il cuore alla devastazione ambientale». E' stato uno degli slogan che ha accompagnato la protesta dei comitati contro lo sviluppo edilizio previsto ai Pomari, andata in scena qualche giorno fa nel quartiere della periferia ovest della città.


Residenti, ambientalisti e studenti sono scesi in strada per dire «no» alla realizzazione di due capannoni commerciali e una palazzina destinata a ospitare uffici. «E' stata una giornata di lotta per noi e i vicentini. Abbiamo rialzato la testa per ribadire che ai Pomari non c'è spazio per i palazzinari», hanno detto gli attivisti.
Il corteo è partito da via da Palestrina e ha attraversato la zona con tanto di cartelli e manifesti contro la cementificazione e l'amministrazione comunale, «rea», secondo i comitati, di sostenere un progetto che andrebbe ad aumentare il numero degli locali sfitti. «La giunta di Achille Variati non ha mosso un dito per rivedere anni di pianificazione urbanistica destinata ad accrescere i profitti privati», hanno tuonato.
 

Al posto di nuove edificazioni, il comitato Pomari chiede un polmone verde. «Nell'ultima assemblea il quartiere è stato chiaro - hanno detto gli interessati - E' emersa la volontà di non piegarsi davanti a contentini e giochetti politici che snaturerebbero la battaglia. Dai terreni tra via Fermi, Auchan e Brico l'unica opera che può essere costruita è un grande parco pubblico».


Da ovest a est la protesta contro il cemento sembra estendersi a macchia d'olio. Italia Nostra e Movimento 5 stelle tornano a mobilitarsi contro i piani urbanistici dell'ex Cotorossi, dove sorge il nuovo tribunale e dove, presto, dovrebbero approdare gli uffici della direzione Vicenza 1 dell'Agenzia delle entrate. «Siamo di fronte a un reato di lottizzazione abusiva, con denari pubblici utilizzati a favore di un'operazione immobiliare approvata illecitamente. Ricordiamo che Corte dei conti e Autorità nazionale anticorruzione hanno in corso, relativamente al complesso di Borgo Berga, un procedimento per danno erariale e violazione del codice degli appalti pubblici. Nel frattempo i lavori edilizi continuano a ritmo serrato». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino