Pfas, Zanoni: «Responsabilità Regione Veneto, non fissò i limiti di scarico»

VENEZIA - «Anche la commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti denuncia i rischi per la salute legati ai Pfas, chiamando direttamente in causa la Regione Veneto,...

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VENEZIA - «Anche la commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti denuncia i rischi per la salute legati ai Pfas, chiamando direttamente in causa la Regione Veneto, che non avrebbe compiuto quanto dovuto. La relazione parla chiaro e la Giunta regionale deve ora agire prontamente in quanto si è già perso fin troppo tempo». Lo afferma, in una nota, il consigliere del Partito Democratico del Veneto, Andrea Zanoni che commenta così «la relazione approvata ieri a Roma sulla contaminazione delle acque potabili, a partire dal 2013, avvenuta in vari comuni delle province di Vicenza, Padova e Verona».


«Nel documento - spiega il vicepresidente della commissione Ambiente - si evidenzia come nell'area interessata si registri una mortalità in eccesso rispetto alla media e che nei confronti della Miteni di Trissino sarebbe configurabile il reato di avvelenamento di acque destinate all'alimentazione. Ma la commissione parlamentare chiama in causa anche la Regione, che aveva l'onere di fissare i limiti dello scarico, cosa che il Governatore Zaia e l'assessore all'Ambiente Bottacin si sono guardati bene dal fare. Sull'intera vicenda il comportamento della Giunta regionale è quindi da censurare: basti pensare al report in cui si parla di "effetti anche mortali" che ha spinto Legambiente a presentare un esposto alla Procura di Verona, con il Presidente che ha dichiarato di non saperne niente, facendo una pessima figura».

«Da anni - ricorda l'esponente dei Democratici - denuncio quello che è il più grande inquinamento dell'acqua e degli alimenti mai avvenuto in Veneto. Già nel luglio 2013, a Strasburgo, presentai una dettagliata interrogazione sui Pfas al Commissario europeo all'Ambiente, mentre lo scorso ottobre ho effettuato un esposto al Tribunale di Vicenza affinché venissero svolti accertamenti sull'utilizzo dell'acqua da pozzi contaminati in allevamenti di tacchini e polli, poi immessi nella grande distribuzione». «Auspico - conclude Andrea Zanoni - che la Commissione d'inchiesta regionale, che verrà istituita a breve, come deciso ieri con voto unanime in Prima Commissione consiliare permanente, possa svolgere adeguatamente le proprie funzioni, ma la Regione non può limitarsi a dire di essere parte lesa. Zaia pensi meno alla sua campagna elettorale permanente, fatta con i soldi dei veneti, e all'inutile referendum sull'autonomia, e si preoccupi piuttosto della salute dei suoi cittadini».


Il botta a risposta in consiglio regionale tra Zanoni e Bottacin Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino