Da ex fiera a polo culturale: progetto ai giardini Salvi. Giallo sulla palestra A rischio l'arena dei giovani atleti

Gli ex padiglioni fieristici dei giardini Salvi
VICENZA - Più che un progetto è un sogno nel cassetto. L'ex complesso fieristico dei giardini Salvi, dismesso da decenni, potrebbe ospitare un polo industriale e...

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VICENZA - Più che un progetto è un sogno nel cassetto. L'ex complesso fieristico dei giardini Salvi, dismesso da decenni, potrebbe ospitare un polo industriale e culturale, con laboratori e spazi per 10 start up.

Una scommesa da oltre 4 milioni di euro che il comune conta di intascare grazie ai contributi per lo sviluppo urbano sostenibile messi in palio dall'Unione Europea che, in merito al piano di recupero presentato nei giorni scorsi a Bruxelles, si pronuncerà in novembre. Prevevisti fino a 5 milioni di finanziamento.

L'obiettivo è far rinascere uno dei buchi neri del centro storico. Se l'ex macello è in attesa di una destinazione - tramontana l'idea di un hotel, ora si parla di un parcheggio - e l'ex carcere di San Biagio spera nell'arrivo dell'archivio di Stato, i 3 mila metri quadrati dei giardini Salvi strizzano l'occhio al mondo produttivo dopo aver accarezzato l'idea di accogliere un museo d'arte contemporanea. Silver l'acronimo scelto per l'operazione, sostenuta dalle associazioni di categoria del territorio, tra cui Confindustria e Confartigianato. Il nome sta per «sustaining innovative occupationaL experiences on creatiVe industRies».
 

Il progetto prevede la nascita di @Telier, polo dell'industria culturale e creativa chiamato a far dialogare funzioni pubbliche e formative con le imprese. «Si tratta di un'occasione per intercettare fondi che ci permetterebbero di riqualificare un'area strategica», commenta il vicesindaco Jacopo Bulgarini d'Elci. Restano tuttavia da risolvere varie questioni, come quella relativa ai quattrini. Il finanziamento europeo non potrà superare l'80% della somma e il restante 20% sarà a carico della partnership di cui il comune è capogruppo. Resta poi l'incognita della palestra. Il fiore all'occhiello dell'Atletica Vicentina, una delle prime realtà italiane della disciplina, dovrà traslocare. Dove? L'amministrazione non ha ancora deciso.


Aperta al pubblico nel 1592 da Leonardo Valmarana, l'area è nota in particolare per due elementi architettonici di pregio, quali la loggia Valmarana, inserita nella lista dei beni patrimonio dell'umanità dell'Unesco, e la seicentesca loggia commissionata a Baldassare Longhena. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino