VICENZA - Paolo Rossi, l'ero del Mundial spagnolo del 1982, non ha dubbi: il regalo più bello per i suoi 60 anni è poter festeggiare il compleanno in famiglia,...
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Dall'archivio tra sorrisi e trionfi
Sono due gli allenatori che in qualche modo hanno creato il «mito» Paolo Rossi. «Il primo è stato Giovambattista Fabbri - racconta l'ex attaccante azzurro, del Vicenza e della Juventus - che nel Lanerossi Vicenza, quando avevo 20 anni, mi ha cambiato il ruolo esaltando le mie qualità, per me ha rappresentato un papà in tutti in sensi, lo devo sempre ringraziare. L'altro è stato Enzo Bearzot che in nazionale ha sempre creduto nelle mie qualità e alla fine io l'ho ripagato nel mondiale del 1982».
Al traguardo dei 60 anni Rossi si guarda indietro e non ha rimpianti per le scelte fatte: «Una volta lasciato il calcio ho fatto la scelta di staccare un po', impegnandomi con altre attività imprenditoriali. È stata una mia scelta non fare né l'allenatore né il dirigente, due ruoli che non mi sono sentito di portare avanti». Ma il calcio è nel sangue e adesso, assieme al ruolo di commentatore televisivo per Sky, è impegnato in un'altra attività calcistica, lontana dai grandi riflettori. «A Perugia - dice - abbiamo avviato l'Accademy Paolo Rossi, che è una scuola calcio diversa da tutte le altre, visto che è aperta anche a bambini e ragazzi stranieri, che negli anni potranno frequentare anche l'università internazionale.
Il Gazzettino