Ecco come era la vita dei soldati in trincea: il percorso in una mostra

Bassano del Grappa
BASSANO. Nel centenario della Prima Guerra Mondiale, sarà inaugurata sabato 4 novembre, alle 16.30, la mostra «La vita in trincea nella Grande Guerra», a Villa...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
BASSANO. Nel centenario della Prima Guerra Mondiale, sarà inaugurata sabato 4 novembre, alle 16.30, la mostra «La vita in trincea nella Grande Guerra», a Villa Ca’ Erizzo Luca, in riva al Brenta, presso il Museo Hemingway, in collaborazione con il Museo della Battaglia di Vittorio Veneto, con l’intervento del sindaco di Bassano, Riccardo Poletto e del sindaco di Vittorio Veneto, Roberto Tonon.


Una occasione per approfondire e rileggere una pagina drammatica della nostra storia, che coinvolse militari di tutte le nazionalità. La Grande guerra, diversa da tutte le precedenti, si è caratterizzata come guerra di posizione, nonostante l’enorme movimento di uomini e materiali. La trincea è divenuta così, nell’immaginario universale, il simbolo della Prima Guerra Mondiale. Nella mostra è possibile, quindi, attraverso l’esposizione di oggetti, utensili, vestiario, passatempi, documenti, reperti, rivivere lo svolgimento del conflitto dalla prospettiva della trincea, analizzando diverse tematiche: come si combatteva dentro e fuori la trincea, come avvenivano i movimenti, come si mangiava e ci si curava in trincea, come si passava il tempo.
 

«Il visitatore potrà ripercorrere - spiegano i promotori - l’esperienza vissuta da milioni di giovani soldati, costretti a combattere la prima delle guerre moderne spesso con oggetti antichi (si pensi alle armi e ai mezzi di comunicazione) e in una situazione, in trincea, che brutalizzava la persona nella sua totalità. Strappati alla realtà e immersi in un contesto di morte e distruzione, i soldati venivano progressivamente annientati sia nell’aspetto (condizioni igieniche), sia nell’animo (condizioni psicologiche): ultimi legami con la realtà erano spesso attività quali la musica e la scrittura, piccoli momenti in cui si tentava di distrarsi trovando solidarietà nell’altro». La mostra rimarrà aperta sino al 2 aprile 2018. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino