Zaia ai piccoli industriali: «Torna il centralismo, pensiamoci al voto. Poi il referendum sull'autonomia»

Luca Zaia inaugura la sede di Confimi nel Bassanese
BASSANO - Un duetto per sponsorizzare il "no" al referendum costituzionale. Il governatore Luca Zaia e il costituzionalista Mario Bertolissi, ospiti degli imprenditori...

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BASSANO - Un duetto per sponsorizzare il "no" al referendum costituzionale. Il governatore Luca Zaia e il costituzionalista Mario Bertolissi, ospiti degli imprenditori di Confimi Apindustria, non hanno fatto una campagna "diretta" ma dai loro interventi è parsa inequivocabile la posizione contro la riforma renziana. Il numero uno della giunta regionale ha anche annunciato il referendum per l'autonomia del Veneto: «Ci costerà 14 milioni, purtroppo il governo non ha risposto alle mie lettere su un'election day unico il 4 dicembre. Ma così almeno la Corte dei Conti non potrà imputarci danni erariali. Avrei preferito farlo prima di quello costituzionale, lo faremo dopo ma lo faremo».

 
Zaia non ha nascosto la difficoltà di sostenere il no per chi, come lui, da sempre predica la protesta per le poltrone romane che assorbono anche i soldi dei veneti: «Non vengo a fare il sindacalista della Regione, e mi metto nei panni della signora Maria che si chiede: ma che senso ha votare contro la sparizione dei senatori?» ha ragionato il governatore, trovando poi una soluzione meno diretta ma altrettanto precisa: «Con questo voto siamo chiamati a non delegare nessuno e dobbiamo pensare alle due filosofie di pensiero: da una parte il ritorno del centralismo, dall'altra il federalismo verso il territorio che va salvaguardato». Fatto 1+1, il risultato è un "no" per difendere quest'ultimo obiettivo. Zaia, di fronte a una platea di 150 piccoli industriali, non ha mancato di sottolineare che anche dal mondo imprenditoriale non sempre arrivano segnali di modernità: «Guardate che anche tanti imprenditori sono in politica e negli uffici ministeriali...».

Più raffinati i ragionamenti di Bertolissi. Il giurista ha iniziato col ricordare che il bicameralismo dagli anni '70 in poi ha permesso grandi riforme e grandi leggi come l'istituzione delle regioni, il divorzio, lo statuto dei lavoratori. Quindi, ha dedotto, non è il sistema a doppia camera che fa acqua ma una classe politica mediocre che non lo fa funzionare a dovere: «Ci si dice che tagliando il Senato avremo meno costi. Ma ora monetizziamo anche la funzione politica? E non dimentichiamo che tanti tagli annunciati non ci saranno; le Province restano, si chiameranno Aree Vaste».


Luca Zaia, interloquendo anche con William Beozzo presidente locale e veneto di Confimi, ha aggiunto: «Io il Senato l'avrei cancellato del tutto elevendo a rango icostituzionale la conferenza dei presidenti di Regione». Ma ha sottolineato la sua avversione alla riforma anche con il fatto che  questo testo, secondo lui, decreterà l'intoccabilità delle Regioni a statuto speciale. «Io ho l'impressione che sia saltato il sistema e che ogni riforma nel bene o nel male non cambierà nulla» ha concluso. Il convegno è stata anche l'occasione per l'inaugurazione della nuova sede di Confimi al palazzo delle professioni. Durante l'introduzione Beozzo ha ringraziato Zaia per aver salvaguardato l'Ulss bassanese ma il presidente con un sorriso ha chiesto calma: in laguna la diatriba delle Asl non è ancora definita al 100%.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino