BELLUNO - Latte con alfatossine (un tipo di fungo cancerogeno) per la lavorazione dei prodotti Lattebusche il 14 settembre 2015: la vicenda arriva a processo. Due alla sbarra:...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Relativamente al periodo del 14 settembre 2015 - ha spiegato il maresciallo dei Nas - stavamo effettuando dei monitoraggi disposti dal ministero. E siamo andati all'allevamento San Lorenzo di Feltre, di via Pezzol, 29, azienda che conferisce a Lattebusche. I controlli sono stati effettuati il 12 aprile 2016 (quando ci fu un'operazione in tutto il Veneto, ndr). Il valore limite per le alfatossine, secondo le linee guida del Ministero, è di 50 nanogrammi per chilo permessi, ma accertammo oltre 3 volte il consentito (173). A questo punto andammo alla Lattebusche - ha spiegato il carabiniere - per vedere se questo latte era entrato nel circuito alimentare. Abbiamo verificato che nei giorni 12, 13 e 14 settembre era effettivamente accaduto: il latte era stato lavorato, venendo meno alla direttiva ministeriale».
La difesa già dal primo teste di ieri ha affilato gli artigli e è pronta a smontare le accuse, portando in aula anche un consulente tecnico, il professore Giuseppe Comi, che parlerà il 12 giugno. L'avvocato Anna Casciarri ha fatto emergere il fatto che non ci sarebbero analisi sul latte incriminato da parte dell'organismo, ovvero la Usl. Ci sarebbero solo quelle di Tecnocasearia, società operante nel settore controllo qualità agroalimentare con laboratorio analisi. E quando, il 14 settembre che tra l'altro era un lunedì, venne comunicata la non conformità Lattebusche intervenne subito. Il processo quindi si giocherà tutto qui. «Si scoprì anche la causa di quella elevata presenza di alfatossine - ha spiegato il maresciallo dei Nas - era il mangime della società Mirandola, il bestiame mangiava questo cibo e aveva dato problemi al latte». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino