Referendum sulla fusione dei comuni: A Solagna raccolte 400 firme contro

Solagna, sindaco Daniele Nervo
A Solagna oltre 400 firme per l’autonomia del comune, contro la fusione. La Prefettura, però, frena sul referendum proposto dalla minoranza di Solagna contraria alla...

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A Solagna oltre 400 firme per l’autonomia del comune, contro la fusione. La Prefettura, però, frena sul referendum proposto dalla minoranza di Solagna contraria alla fusione dei comuni, anche se la porta rimane comunque aperta. L’iniziativa della minoranza solagnese arriva dopo anni di dibattiti e discussioni sul la fusione di cinque comuni della Valbrenta (Solagna, Campolongo, San Nazario, Valstagna, Cismon) in un unico ente, con una nuova identità amministrativa e politica in grado di assicurare omogeneità a tutto il territorio. Sono già iniziate, infatti, in tutti i comuni riunioni per spiegare il programma e nei primi mesi del prossimo anno sarà spedita ad ogni famiglia una brochure con tutte le informazioni, poi sarà inoltrata la richiesta alla Regione e indetto il previsto referendum.


Ma le minoranze del comune di Solagna hanno iniziato una raccolta di firme, ne sono state raccolte 448, proponendo un quesito: «Vuoi che il comune di Solagna rimanga autonomo e non proceda ad alcuna fusione con i comuni di Campolongo, San Nazario, Valstagna e Cismon?». Risultando chiara, per le minoranze, la contrarietà alla fusione di buona parte dei cittadini di Solagna, gli stessi consiglieri hanno inoltrato il malloppo delle firme al sindaco, al presidente dell’Unione Montana Valbrenta, al Prefetto e al Presidente della Regione Veneto.
Inoltre, la stessa minoranza ha presentato in consiglio una mozione per l’indizione di un referendum comunale sull’autonomia di Solagna.

«Sull’ammissibilità del referendum proposto dalle minoranze, abbiamo chiesto il parere della Prefettura - ha spiegato il sindaco Daniele Nervo - che, richiamando l’orientamento del Ministero dell’Interno ed il parere del Consiglio di Stato, ha ribadito la necessità dell’esistenza di un regolamento comunale come presupposto per la realizzazione della procedura referendaria».

A giudizio del Consiglio di Stato, infatti, compete alla fonte regolamentare la previsione delle varie fasi in cui si articola la consultazione, dall’iniziativa sino alla proclamazione dei risultati, in modo da rendere automatico il procedimento.


Regolamento che disciplina i soggetti ai quali spetta l’iniziativa, quelli interessati alla consultazione, come dev’essere formulato il quesito da sottoporre a votazione, le modalità e i tempi dell’iter, le materie ammesse e quelle escluse, i sistemi con i quali sindacare l’ammissibilità della consultazione, «regolamento che al momento della raccolta delle firme non c’era - precisa il sindaco - e che è stato approvato soltanto successivamente, cioè in data 29 novembre. Quindi per tutto quello che è stato fatto in precedenza ovviamente non è stato possibile seguire le procedure regolamentari emanate successivamente. Ora, con il parere della Prefettura in mano e il regolamento approvato, tenendo conto anche di quanto avvenuto e sollecitato, vedremo quale soluzione adottare nell’interesse della cittadinanza». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino